Speciale Immigrazione e Lotta di classe

anti-razzismoDopo una breve introduzione su alcuni dei recenti fatti razzisti che hanno contraddistinto l’arrivo dei profughi fuggiti da guerra e miseria, ci colleghiamo con più compagni da diverse città per avere un quadro complessivo da Nord a Sud della penisola.

Da Treviso: un compagno approfondisce i fatti reazionari di Quinto di Treviso e la repressione del presidio in solidarietà agli immigrati che ha visto botte, fermi e 3 fogli di via. Alcune informazioni anche sul trasferimento dei profughi e sull’arrivo di un nuovo prefetto.

Da Catania: una compagna del Comitato Popolare Experia approfondisce l’operazione Frontex, i respingimenti, le violenze, la detenzione nei cie e gli hotspot e le “novità” nel sistema di “accoglienza”.

Da Napoli: un compagno di Antifa Vesuvio ci racconta la situazione degli immigrati nel vesuviano. Dopo l’organizzazione dei tornei antirazzisti, il campo da calcio utilizzato è stato trasformato in parcheggio. Nonostante la repressione, vari sono i modi in cui si sviluppano la solidarietà e la lotta. Il compagno ci dà un quadro anche del sistema delle cooperative.

Da Padova un compagno della Marzolo Occupata in studio racconta la situazione dei profughi in città. Un excursus sui fatti del centro di prima accoglienza all’ex caserma Prandina: una tendopoli che ospita oltre cento persone. La propaganda del sindaco leghista Bitonci nasconde la volontà di creare l’ennesimo parcheggio proprio al posto dell’ex caserma. Accenna al ruolo razzista dell’associazione dei commercianti del centro e approfondisce le condizioni dei profughi all’interno dell’ex caserma con cui sono venuti in contatto: 1 pasto al giorno, assenza di vestiti, telefoni e detergenti. Il 21 luglio è stato organizzato un presidio contro il razzismo e solidale ai profughi: buona la partecipazione e la risposta positiva dei passanti. Dopo il presidio i compagni hanno ricontattato i profughi che li hanno informati di una situazione un pò migliorata. La rottura del silenzio e la solidarietà attorno a questa drammatica situazione hanno sicuramente contribuito a dare un altro messaggio rispetto al consueto veleno razzista. Infine aggiornamenti e riflessioni sulla proposta di alcuni comuni limitrofi di far lavorare i profughi in maniera gratuita. Il compagno conclude con l’invito a un aiuto concreto ai profughi della Prandina.

Da Roma: Cristiano Armati delinea la situazione della capitale, a partire dai fatti di Casal San Nicola, fino alle forme di lotta e solidarietà che si oppongono al razzismo. Parliamo infatti di lotta per il diritto alla casa, animata da migliaia di uomini e donne, al di là delle differenze etniche, ma uniti e determinati nella classe.

Da Trieste: un compagno ci dà il quadro del fenomeno migratorio al confine orientale. Dalle dichiarazioni razziste del prefetto di Gorizia (città che vaglia le richieste d’asilo), al ruolo della destra, fino alle speculazioni sulla pelle dei profughi da parte del “consorzio di solidarietà”, dei comuni, degli alberghi e delle cooperative. Una filiera di sfruttamento denunciata dai profughi afghani e pakistani contro la Croce Rossa. Seguono riflessioni sul concetto di “integrazione” nella società capitalista anche in riferimento al ricatto dei criteri occidentali per ottenere lo status di rifugiato.

Sul finire dei collegamenti, accenniamo all’accordo ulteriormente al ribasso trovato dai ministri degli esteri dell’Ue in merito alla distribuzione dei migranti arrivati sulle coste italiane e spagnole: un’intesa irrisoria che riguarda solamente 32.256 persone (quasi tutte provenienti da Siria e Eritrea).

Respingimenti e muri finanziati dalla Comunità Europea: dall’Ungheria, a Calais, fino a Ceuta e Melila. Tuttavia il fenomeno migratorio è globale, come globale è la gestione fascista che i paesi capitalistici ne danno. Accenniamo al caso dell’Australia che avrebbe addirittura pagato gli scafisti per riportare in Indonesia 65 richiedenti asilo intercettati in acque australiane. Il primo ministro conservatore Tony Abbott, appellandosi a motivi di “sicurezza nazionale”, non ha smentito. Dall’altra parte dell’oceano, migliaia di persone dal Centro America vengono incarcerate o uccise nel tentativo di raggiungere gli Usa: citiamo infatti “le fosse della vergogna” ovvero le fosse comuni in Texas dove sono state ritrovate decine di cadaveri di migranti sepolti nei sacchi della spazzatura e in molti casi impilati in un’unica fossa comune.

Tirando le fila, riflettiamo sulle cause dell’immigrazione, prodotto delle missioni imperialiste, e trattiamo i rifinanziamenti delle operazioni repressive di pattugliamenti, respingimenti e detenzione.

Concludiamo rilanciando non un’accoglienza pietistica, ma la solidarietà e l’unità di classe, contro fascismo e razzismo.

Nè razzismo, nè “integrazione”, uniti contro il padrone!

Buon ascolto!

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