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Millenovecentoquattordici #16

ciliegioAneddoti che spaziano dalla prima alla seconda guerra, sui vari fronti ma in special modo quello italiano, cui torneremo accompagnati da un altro reduce come Remarque. Un assaggio di quei deliri, eroismi, quotidianità cui ci ha abituati il fronte occidentale. Incontrando gli individui nelle loro miserie come nelle fortune, si perde di vista la divisa, l’appartenenza, le apparenze che però in guerra sono tutto. Che vuol dire niente. Luoghi sospesi nel tempo dove la vita viene spiaccicata in pochi metri quadrati, in pochi attimi, al ritmo primitivo di colpi che non giungono dal cuore. Che, però, scandiscono la vita di collettività intere, inconsapevoli. Cameratismo e solitudine. L’umanità resta variegata anche in trincea, il caso agisce indisturbato, si fanno progetti a breve, medio e lungo termine a seconda del grado di fiducia e della capacità di sognare. Di pensare. Che è meglio di no. Eppure questa umanità è difficile incontrarla e non perché perduta. Perdura, quasi, un approccio propagandistico, un tenersi pronti nemici e amici, categorie semplici di differenziazione, sostituire il vecchio con il giovane, il morto con il vivo. Quel che è accaduto allora era già accaduto prima, solo non su suolo europeo. La tragedia vissuta in un modo ma tramandata in un altro, arrivava sul teatro europeo e mai termine fu più eufemistico. Teatrale è solo l’inganno. La rappresentazione è per chi non c’è. La narrazione che ci appartiene è ancora viva, invece ed è come un ciliegio in fiore.

Remarque/Bäumer torna al fronte perché ci tornano tutti quelli che non sono già morti, anche se mutilati, anche se feriti, anche se pazzi. Chi ha imparato solo ad uccidere in serie è chiamato a farlo fino alla fine della serie. Passano le stagioni indifferenti agli ordini ufficiali e chi si lascia afferrare dalla vita, mentre dispensa morte, diventa un folle nostalgico che la gendarmeria militare fucilerà a comando. Lontano, però, dalle trincee, lontano da un ciliegio in fiore che ha per patria il mondo intero e per divisa i propri colori profumati. Bellezza e verità. “I died for Beauty..” (Emily Dickinson)

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