Firenze. Contro il Jobs Act e il decreto Lupi.
Firenze. Di fronte ai nuovi attacchi alla classe lavoratrice e ai movimenti di lotta per la casa, rappresentati rispettivamente dal Jobs Act e dal decreto Lupi, nel capoluogo toscano, come in altre città nello stivale, in molti sono scesi in piazza questa settimana per manifestare il proprio riufiuto a quello che è a tutti gli effetti l’ennesimo avanzamento verso un incermento della ricattabilità e dello sfruttamento di chi già oggi paga il conto più salato della crisi capitalistica. I compagni attivi nelle vari vertenze in città, per questa ragione hanno dato vità a un percorso ricostitutivo con la convinzione che solo l’unità delle lotte possa avere la forza di ribaltare gli attuali equilibri di forza, percorso che ha portato in strada circa un migliaio di persone.
La nuova riforma del mondo del lavoro, formalizza i paradigmi di precarietà e flessibilità già adottati nei grandi poli produttivi come Mirafiori ed Electrolux, lasciando alla classe padronale carta bianca per quel che riguarda contratti a tempo, somministrati e di apprendistato, strumenti già abbondantemente utilizzati per annichilire il potere contrattuale dei lavoratori. Di questo ed altro parliamo con un compagno dello spezzone dei Clash City Workers.
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Il decreto Lupi, dal canto suo, rappresenta una violenta risposta dello stato al movimento di riappropriazione delle case che negli ultimi anni è stato capace di espandersi e rafforzarsi in maniera esponenziale. Già durante la guida di Renzi, il comune di Firenze aveva adottato una cura a base di manganelli per sedare le occupazioni abitative. Ora il nuovo decreto minaccia di tagliare tutti gli allaccimanti alle case occupate, lasciando chi ci vive senza acqua, corrente e riscaldamento. Riportiamo la voce di una militante del movimento di lotta per la casa, che al momento segue 13 occupazioni di cui 3 sotto minaccia di sgombero.
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