Intervista con un compagno del BDS di Trieste

NO ALLA SCIENZA DELL’OCCUPAZIONE E DEL COLONIALISMO! BOICOTTIAMO ISRAELE E LE SUE UNIVERSITà! Volantinaggio sabato 29 settembre a Trieste.

Trieste NEXT e il Festival della Scienza nella nostra città ci propongono il lato positivo e di progresso della ricerca scientifica: un punto di vista che ci piacerebbe condividere ma che corrisponde solo in parte al vero.
Infatti, una parte consistente degli istituti di ricerca presenti alla manifestazione hanno, hanno avuto o sono in procinto di avere sostanziosi contratti ed accordi con il mondo accademico e della ricerca israeliano, all’interno dell’Accordo di Cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia ed Israele.
Israele è quel paese – è bene non dimenticarlo – che soggioga un popolo di sei milioni di persone, i Palestinesi – ne occupa la terra, ne calpesta i diritti – tra cui anche quello alla salute ed all’istruzione – ne rende la vita impossibile con embarghi, confini e periodiche guerre di sterminio, durante le quali vengono testate armi sempre più potenti, sofisticate e letali.
La Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) collabora con la Bar Ilan University, con il Technion e con il Weizman Institute of Science. L’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (Icgeb) ha invece condiviso, nel 2016, il progetto SCREENCELLS4ALSTHERAPY con la Tel Aviv University; L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) è invece coinvolto da quest’anno nel Progetto MELMAS con la Hebrew University.
Naturalmente il problema emerge non rispetto ai singoli progetti, all’apparenza condivisibili, quanto alla collaborazione con tali istituti, il profilo dei quali vi invitiamo a leggere nel retro.
Ribadiamo che il mondo accademico e della ricerca israeliano è complice della politica coloniale e di oppressione del proprio Stato e per questo 350 ricercatori e professori universitari italiani chiedono che l’Italia recida con esso ogni collaborazione.
La richiesta è motivata anche dal fatto che Israele attacca e distrugge scuole e università, impedisce di fatto l’accesso degli studenti arabi ai livelli alti dell’istruzione e tiene lontano la popolazione palestinese dai molti dei tanto sbandierati risultati pacifici della ricerca, in particolare da quelli relativi alla salute.
Rivendichiamo quindi:
• che il governo italiano recida l’ “Accordo di Cooperazione” con Israele ratificato in legge già sedici anni fa;
• che gli enti italiani – tra cui quelli della nostra città – blocchino i progetti in corso con le università israeliane e non ne intraprendano altri;
• che la scienza sia utilizzata per il bene dell’umanità e non per gli interessi degli apparati bellici e di oppressione come quello israeliano.

Le complicità dei centri di ricerca triestini Sissa, Icgeb, Ogs, con le Università israeliane tutte legate a ricerche a fini militari, che vengono sperimentate con la repressione dei Palestinesi.
La Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) collabora con la Bar Ilan University, la quale è stata presente per anni nell’insediamento coloniale di Ariel nella Cisgiordania con un proprio campus che oggi si è trasformato nella Ariel University: ricordiamo che gli insediamenti sono costruiti in spregio a diverse risoluzioni ONU; la Bar Ilan University partecipa inoltre da molti anni ai progetti militari, come la creazione di algoritmi per la guida di veicoli senza pilota per uso militare.
La Sissa collabora inoltre con il Techion, ovvero con Istituto Israeliano per la Tecnologia, noto per i progetti in campo repressivo e militare, come il bulldozer telecomandato D9, usato per distruggere le case dei Palestinesi.
E ancora la Sissa collabora con il Weizmann Institute of Science, storicamente legato all’esercito, ad esempio nel campo dell’informatica militare.

La Tel Aviv University (TAU), la maggiore delle Università Israeliane, è stata partner dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (Icgeb) nel progetto SCREENCELLS4ALSTHERAPY, fatto rientrare nell’infame accordo di collaborazione tra Italia ed Israele. In tale università è ospitato l’Institute for National Security Studies ovvero il principale think tank strategico di Israele, coinvolto con l’esercito ed i servizi segreti.
All’interno della TAU è nata la “dottrina militare Dayhiya”, che punta ad un uso non proporzionato della forza dell’esercito israeliano contro le infrastrutture palestinesi. Tale dottrina, è stata utilizzata dalle forze di occupazione Israeliane nei massacri di Palestinesi a Gaza
Da sempre la Università collabora con lo Stato di Israele nel campo della ricerca militare e della sicurezza con decine di progetti, tanto da far esclamare nel 2008 all’allora rettore Zvi GALIL “Io stesso sono impressionato dalla grandiosità e creatività scientifica del lavoro che si svolge dietro le quinte della TAU, che accresce le capacità di difesa civile e il vantaggio militare del paese.”

Infine l’Università Ebraica (Hebrew University) è il soggetto con il quale risulta coinvolto dal 2017 nel progetto Melmas l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs).
L’Università Ebraica, occupa con un insediamento le terre palestinesi sottratte agli abitanti del villaggio di Liga, mandati via con la forza nel 1948 ed ora diventati rifugiati.
Il progetto Melmas, anch’esso rientrante nell’accordo di collaborazione Italia – Israele, ha lo scopo di monitorare l’est del Mediterraneo, dove Israele sta appropriandosi delle risorse di gas naturale ai danni dei Palestinesi, del Libano e della Turchia, ma con il sostegno di Usa, Ue e dell’Egitto del boia al Sisi.

Comitato BDS Trieste
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