Rassegna stampa 4 luglio 2016
Una rassegna stampa necessariamente un po’ ridotta nei tempi, ma ricca di notizie e collegamenti.
Dal locale parliamo di grandi e inutili opere (come il Mose) e dei relativi costi a danno della collettività.
Ci occupiamo prevalentemente di emergenza abitativa: diamo alcuni dati e ci mettiamo in collegamento con due presidi in contemporanea a Padova quest’oggi.
La prima telefonata è con il picchetto antisfratto in via Duprè, in zona Arcella, dove una famiglia con 4 figli rischia lo sfratto da un alloggio Ater. Il secondo accesso era avvenuto solamente 5 giorni fa, ma questa mattina si tiene il terzo accesso in presenza di assistenti sociali, fabbri, Digos e polizia. La famiglia per altro sta regolarmente pagando gli affitti e parte della rateizzazione di un vecchio debito contratto con l’Ater, ma nonostante ciò l’ente che dovrebbe gestire il patrimonio pubblico residenziale (usiamo il condizionale) vuole sfrattarli per l’inadempienza parziale del vecchio debito. Un gruppo di solidali del Comitato per il Diritto alla Casa sta presidiando la casa assieme alla famiglia.
Il secondo collegamento è con il presidio davanti al Tribunale dove questa mattina comincia il processo agli indagati dell’operazione “Pantano” che vede coinvolti ex dirigenti Ater, politici, imprenditori, funzionari pubblici e uomini dell’Esercito per corruzione e turbativa d’asta, mentre l’assegnazione di alloggi Ater in pieno centro storico veniva pilotata a favore di personaggi facoltosi, tutt’altro che bisognosi.
Il presidio non è promosso per “chiedere giustizia” (perchè non è quello il contesto dal quale ci si aspetta giustizia), ma per continuare a denunciare l’ondata di sfratti che affligge migliaia di famiglie nella nostra provincia e per rilanciare la necessità di organizzarsi assieme e lottare per il diritto ad avere una casa.
Soprattutto, ancora una volta, si punta giustamente il dito contro l’Ater e il Comune che continuano a speculare sull’emergenza abitativa. Nel collegamento diamo dati e condiderazioni, ribadendo che criminale non è chi lotta per la casa, ma chi si arricchisce sulle spalle della collettività sfruttando l’edilizia residenziale pubblica.
Buon ascolto!