Rassegna stampa 26 gennaio 2015
Dalla cronaca locale
Considerazioni sul falso allarme bomba del weekend a Padova e aggiornamenti sullo sciopero ferroviario terminato ieri sera.
Dalla cronaca nazionale
Su Cremona e la “violenza” secondo i media, leggiamo un contributo di Cristiano Armati.
Rilanciamo il presidio in vista dell’udienza di domani a Torino con lettura della sentenza per il maxi processo che vede imputati 53 No Tav.
A Catania riprendono le attività dei compagni dell’Experia con una nuova sede.
A Massa presidio stamattina in concomitanza con la prima udienza del processo che vede imputati 5 compagni accusati di occupazione della stazione ferroviaria in risposta al fermo da parte della polizia di alcuni partecipanti alla ronda popolare antifascista del luglio 2009 a Marina di Massa contro le ronde fasciste SSS dell’allora consigliere comunale de La Destra Benedetti. La polizia ovviamente spalleggiò i fascisti e fermò 4 compagni portandoli in Questura. Ai fermi e agli arresti seguirono varie mobilitazioni e i compagni sono oggi a processo dopo aver rifiutato il decreto immediato di condanna ad una multa da 570 euro ciascuno.
Alcune stime sulla disoccupazione in crescita nel periodo 2014-2019 secondo l’Organizzazione internazionale per il lavoro (Ilo).
Dalla cronaca internazionale
Aggiornamenti dall’Egitto.
Nella rubrica internazionale con un compagno del collettivo Tazebao facciamo alcune considerazioni sul risultato delle elezioni in Grecia. Notiamo la confusione nella comunicazione mediatica di Syriza che da un lato, tramite Tsipras, afferma di voler essere “come Renzi”, mentre il probabile futuro ministro dell’economia paventa l’uscita dall’Euro. Trattiamo la rinegoziazione del debito e notiamo come l’opzione socialdemocratica rappresentata da Syriza abbia il favore unanime di tutte le forze politiche italiane: da Renzi, a Vendola, a Salvini (per dirne solo alcuni). Approfondiamo anche il ruolo di Alba Dorata, terzo partito del paese ellenico e l’effetto delle elezioni greche sui mercati e le borse. Da questi particolari cogliamo l’aspetto più generale di come oggi l’Europa si presenti come un aggregato di controriforme e un centro di guerra. Concludiamo infatti con aggiornamenti sull’Ucraina.
Buon ascolto!
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