Scatenati 27 dicembre
Puntata speciale dedicata interamente al tema del carcere.
Abbiamo intervistato Emanuela, moglie di Rachid, un detenuto attualmente rinchiuso nel carcere di Sollicciano (Firenze). Rachid tra il 2010 e il 2011 ha trascorso un periodo all’interno del carcere di Parma, dove ha subito dei pestaggi da parte dei secondini e in seguito a questi soprusi ha avuto il coraggio e la determinazione di denunciarli attraverso un registatore, fatto entrare dentro il penitenziario, e grazie al quale ha potuto rendere pubblico quanto avveniva. Con Emanuela abbiamo approfondito la vicenda. Ci siamo poi collegate con un compagno della Mensa Occupata di Napoli perché il 28 dicembre si terrà una tombolata benefit il cui ricavato servirà a sostenere le detenute del carcere di Pozzuoli. Infine abbiamo rilanciato il presidio di lotta e solidarietà che si svolgerà presso la casa circondariale Due Palazzi di Padova la notte del’ultimo dell’anno.
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Capodanno al carcere Due Palazzi – Padova
Contro le provocazioni di giunta e questura, rilanciamo la lotta e la solidarietà!
Anche quest’anno, come compagni e compagne di Padova, abbiamo deciso di tornare al carcere Due Palazzi per festeggiare l’ultimo dell’anno con un presidio di lotta e solidarietà ai detenuti reclusi, per lo più giovanissimi ragazzi immigrati di origine nordafricana. Un modo per stare al fianco di chi è costretto tra le sbarre e per portare un po’ di calore oltre quelle mura con interventi al microfono, musica e fuochi d’artificio allo scoccare della mezzanotte. Sappiamo bene che all’interno del Due Palazzi, così come nel resto delle carceri italiane, le condizioni detentive sono pessime: sovraffollamento, trattamenti punitivi e differenziazione sono soltanto alcuni aspetti che caratterizzano la quotidianità delle prigioni. A tutto questo bisogna aggiungere le vessazioni di ogni genere con cui secondini e amministrazione penitenziaria opprimono la vita dei detenuti. Tutto ciò assume un peso significativo in un carcere come quello di Padova: infatti, la scorsa estate un’inchiesta della magistratura ha portato alla luce l’esistenza di un traffico illecito di droga e film pornografici all’interno del Due Palazzi stesso, dove erano coinvolti in primis gli agenti della polizia penitenziaria e alcuni reclusi cosiddetti “infami”. Questa “storiaccia”, che nei suoi strascichi ha portato a pestaggi e a suicidi tra le persone indagate, ha suscitato un grosso polverone in città, visto che il Due Palazzi è conosciuto e millantato come un carcere modello, massimo esempio di recupero e rieducazione di chi sta scontando la pena con l’intento del suo reinserimento sociale. Insomma, l’altra faccia della medaglia ci ha dimostrato che il penitenziario patavino non è l’isola felice che tanti descrivono, ma cova al suo interno contraddizioni molto pesanti e che devono essere denunciate! E proprio per tale ragione, dopo mesi in cui abbiamo costantemente volantinato al carcere durante le ore dei colloqui con i familiari, i quali in più di un’occasione ci hanno raccontato quanto accadeva all’interno, abbiamo ricevuto delle denunce che ci accusano di detenzione e lancio di materiale esplodente, alias bombe carta, per qualche razzetto scoppiato al termine di una iniziativa. Una delle denunce in questione ha colpito uno studente medio, ancora minorenne all’epoca dei fatti. Per tal ragione, pensiamo che i motivi per continuare a essere presenti al Due Palazzi siano sempre numerosi e importanti.
Si vuole attaccare la solidarietà di classe e a chi la pratica in modo vivo e concreto. La solidarietà è l’arma più forte che abbiamo a nostra disposizione e quindi è uno strumento scomodo per chi ci vorrebbe comandare, proprio perché in grado di incidere realmente nei rapporti di forza esistenti. Lo abbiamo visto nel caso di Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò, arrestati un anno fa per un sabotaggio contro il cantiere del TAV in Val Susa, nei confronti dei quali si è sviluppato un movimento solidale talmente ampio che ha contribuito a far cadere l’accusa di terrorismo in sede processuale, motivo per cui sono stati poi disposti gli arresti domiciliari per i 4 compagni.
Anche per questo capodanno non mancano le provocazioni dai servi in divisa, al fine di depotenziare il presidio e impedire di “farsi sentire” dai reclusi. Infatti, questura e comune hanno emesso un’ordinanza ad hoc in cui ci vieterebbero di usare fuochi d’artificio la notte di capodanno sotto al carcere! Questo atto, oltre ad essere demenziale e paradossale, rientra nel tentativo di depotenziare la solidarietà ed è in linea coerente con la politica portata avanti dal neo sindaco, il leghista Massimo Bitonci, che sta facendo della sicurezza e della legalità i temi principali su cui improntare il suo operato politico. Le famose ordinanze anti degrado approvate dal comune nel mese di settembre ne sono un esempio e pensiamo che la notifica con cui vorrebbero vietarci di usare i fuochi d’artificio la notte del 31 dicembre ne sia un’estrema conseguenza. Così facendo, infatti, si arriverà a tirare fuori, come conigli dal cilindro, ordinanze repressive volte a snaturare le usanze e i momenti di socialità giovanile, come le assurde limitazioni poste alle feste di laurea in una città universitaria come Padova, e a frenare le istanze di protesta pur di controllare tutto ciò che si muove, soprattutto fuori dai confini della compatibilità istituzionale. Opponiamoci e mobilitiamoci contro la giunta del leghista Bitonci!
Politici, questurini e sbirri siete solo dei buffoni!
Nessuna repressione fermerà le lotte!
La solidarietà è la nostra arma!
Ribadiamo l’invito a partecipare al presidio di lotta e solidarietà che si terrà il 31 dicembre
dalle ore 19 per l’aperitivo in Mensa Marzolo Occupata
alle 21.30 presso la casa circondariale Due Palazzi.
Vi aspettiamo, tanti, molto rumorosi e solidali!
Scatenati – collettivo contro la repressione
scatenati@autistici.org