Millenovecentoquattordici #57

balaklava25 Ottobre 1854, Crimea, La Carica della Brigata Leggera (Battaglia di Balaklava), la cavalcata infernale: “..Into the jaws of Death, Into the mouth of Hell,..” scrisse un paio di mesi dopo Alfred Tennyson nel poema “The Charge of the Light Brigade”. Quella che è stata rappresentata nella Poesia, nella Storia, nell’Immaginario, sulle prime come carica gloriosa e di fama imperitura, finisce per diventare un simbolo premonitore e allarmante dell’inutilità di carneficine annunciate, dell’incapacità e superficialità di comandanti e generali, dell’ipocrisia ammantata di patriottismo e buoni sentimenti di sfruttatori sempre più disinvolti e feroci nel disporre di innumerevoli vite per fini spesso egoistici e folli. Fu una carneficina inutile, il comando manifestò un’ottusità e una faciloneria sorprendenti, i reduci finirono i loro giorni in miseria e nell’indifferenza generale (vedi il poema parallelo a quello di Tennyson scritto una quarantina di anni dopo da Rudyard Kipling “The Last of the Light Brigade”), il coraggio, la fierezza, lo splendore di questi uomini ne abbraccia la morte spaventosa, disumana, ché “l’unico sollievo è quello dell’oblio, dell’annientamento della coscienza” (Lev Tolstoj, I racconti di Sebastopoli).

Ma quanti erano veramente in quella valle contro i russi…!?!?

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