Millenovecentoquattordici #37

a1916mTorniamo faticosamente sul Carso, al San Michele, la tomba a cielo aperto, scavata, buco per buco, dalle esplosioni artificiali di ordigni sempre più sofisticati, studiati a tavolino per infliggere quanta più morte e disperazione possibili.. l’inferno in terra. Il paradiso è un recinto inaccettabile per l’uomo industriale, l’operaio della grande macchina, che ha sostituito il dio che premia e punisce, è artefice della propria sorte, è macchina egli stesso, una parte meccanica, più o meno efficiente, rimpiazzabile sempre. Verrà ai giorni nostri la perizia di guadagnare anche dagli scarti.. ma cent’anni fa gli scarti imputridivano e puzzavano, fissandosi, marci, alla terra come una condanna a infamia perenne dell’idiozia umana, orfani i figli e i vecchi senza eredi.

La prima linea del tenente Salsa è un orizzonte accartocciato su sé stesso, ci si insinua malvolentieri, soffocando, per non uscirne più, umani.

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