Millenovecentoquattordici #34
Torniamo sul Carso in guerra in compagnia del tenente Carlo Salsa, dove non c’è trincea ma una serie di buche che possono diventare tombe improvvisate o tuguri dell’inferno.
Immaginiamo e ascoltiamo la paura, lo sgomento, emozioni che vibrano dentro agli uomini facendoli più che mai sentire vivi e che qualche volta sono scoppiate più fragorose delle bombe, elevandosi sul fronte con una maestà che nessuna arma ha portuto sovrastare. Ci hanno pensato i tribunali di guerra a disprezzare, reprimere, uccidere chi è rimasto umano. Leggiamo qualche lettera tratta da “Plotone di esecuzione“, di E. Forcella e A. Monticone.
Dispersi in frammenti vite umane e dispersi esseri umani come frammenti, uno sguardo alle vicende di profughi, migranti.. lo sviluppo industriale prima e la guerra poi hanno imposto un ritmo, una forma e una dimensione mai sperimentati prima. Uno dei tanti cambiamenti dell’era industriale e militare di cui non smettiamo di meravigliarci ancora oggi.