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Millenovecentoquattordici #30

smichele1915Rinvigoriti dal collegamento con Luciano Canfora della scorsa settimana e la sua lettura sintetica e allarmante del momento storico che stiamo vivendo, ricordiamo nuovamente il senso delle parole di Lenin sulla guerra del ’14, che quella guerra era una guerra dei capitalisti per ottenere privilegi e monopoli e per spartirsi gli schiavi. Abbiamo già conosciuto quel Remarque/Bäumer, operaio di una fabbrica di morte senza senso per lui e che vorrebbe riscattarsi da quella condizione di schiavitù, che non torna e muore al fronte. Oggi, schiavitù camuffata da contratti o denominazioni fantasiose come “consumatore”, ad esempio, sfruttamento, oppressione, privilegi per pochi che dominano su molti, sui mercati e territori, sono ingredienti esplosivi e presenti. La domanda che si posero allora i socialisti, e c’erano partiti socialisti forti e diffusi in vari Paesi e collegati tra loro, fu: guerra o rivoluzione?

Con la poesia di Wilfred Owen, La parabola del vecchio e del giovane (1918) e la nota a margine del fumetto appena pubblicato dalla Editoriale Cosmo – 1917 L’uomo che morì in trincea, sulle racchette artigianali assemblate utilizzando opportuni oggetti quotidiani, particolare rivelatore della qualità di questa storia commovente, torniamo in trincea sul fronte italiano del tenente di fanteria Carlo Salsa (Trincee – Confidenze di un fante, 1924) e ci affianchiamo a lui, al momento nelle retrovie, in un paesaggio carsico che è già travolto e stravolto dalla guerra.

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