Jobstown Not Guilty. Cronaca di una lotta sotto processo.
Dublino, ci colleghiamo con un nostro inviato dalla manifestazione indetta per oggi, 22 aprile, in vista del processo che si svolgerá il 24 aprile ai danni di 7 attivisti anti-water charges accusati del sequestro del vice-ministro Joan Burton. La protesta nasce nel 2011 con l’introduzione di una tassa sull’uso domestico dell’acqua, imposta dal governo per ottemperare agli impegni economici presi con la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale.
I fatti risalgono al novembre 2014 quando a Jobstown, città a base operaia dell’hinterland della capitale irlandese, durante un sit-in convocato contro l’introduzione della tassa sull’acqua Burton rimase circondato e bloccato nella sua auto per circa 2 ore.
Oltre all’improbabile accusa, a restituire l’immagine di una rappresaglia di stato contribuisce la scelta dei parametri imposti nella scelta dei giurati che dovranno giudicare gli imputati. Chiunque abbia partecipato anche in passato alla mobilitazione, abiti o frequenti luoghi dove la maggior parte della popolazione è sensibile alla problematica o abbia condiviso su internet contenuti anti-water charges è stato infatti escluso dalla selezione “casuale”.
Di seguito l’intervista, buon ascolto.