Intervista sul maxi processo no tav

valleIntervista a un compagno di Milano, imputato nel maxi processo No Tav che sta per volgere al termine: infatti, per il prossimo 20 gennaio è attesa la sentenza di primo grado. Il compagno ci ha fatto il resoconto delle ultime udienze, che continuano a svolgersi dentro all’aula bunker del carcere delle Vallette di Torino. Qualche giorno fa, in un’udienza fiume durata circa 8 ore, l’accusa ha fatto la requisitoria e ha emesso la richiesta delle condanne, arrivando a proporre circa 190 anni di carcere ai 53 attivisti del movimento. Nel corso di quest’udienza, alcuni imputati hanno tentato di prendere parola con delle dichiarazioni, ma sono poi stati espulsi dall’aula stessa. Tre degli imputati sono proprio stati espulsi dall’aula fino al giorno della sentenza. In seguito, il pubblico no tav presente ha dato vita a una contestazione e i pm si sono sentiti in dovere di dare delle indicazioni di metodo, spiegando quali, a loro avviso, siano le pratiche giuste per esprimere il proprio dissenso. A loro dire, un corretto modo di protestare sarebbe quello dello sciopero della fame, sulla falsa riga di Pannella, piuttosto che gesti individuali e autolesionisti come quello di Jan Palach! Inutile commentare le affermazioni dei pm che prendono la parola anche in relazione ad aspetti che sconfinano completamente dalle loro competenze. Le prossime udienze del maxi processo vedranno le arringhe finali degli avvocati della difesa. Inoltre, per continuare a tenere alta la tensione, gli imputati indiranno delle iniziative al momento ancora in fase di cantiere. Seguiranno aggiornamenti nelle prossime settimane!

Intervista tratta dalla puntata di scatenati di venerdì 10 ottobre.

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