Il secondo omicidio di Stefano Cucchi
Ci colleghiamo con piazza Indipendenza a Roma, dove i vari movimenti sociali capitolini si sono dati appuntamento per affermare che, al di là delle sentenze giuridiche, i responsabili dell’omicidio di Stefano Cucchi sono ben noti, Governo, Polizia, giornalisti e giudici. Dopo il verdetto del 31 ottobre che ha ucciso una seconda volta Stefano assolvendo le guardie carcerarie e l’equipe medica che hanno ‘curato’ il suo caso, e in risposta alle bastonate che il governo sta somministrando in tutto lo stivale a chi prova ad esprimere il proprio dissenso, la piazza si è caratterizzata sul rifiuto della legalità. Una legalità che legittima chi affama e uccide la classe subalterna pur di garantire un’ulteriore boccata d’aria a questo sistema basato su uno sfruttamento dell’uomo sull’uomo che l’attuale crisi strutturale sta sempre più acuendo. Per questo il ricordo di Stefano ha avuto come compagno di piazza la rabbia contro uno stato che da un lato si autoassolve dai suoi crimini e dall’altro trasforma le forze dell’ordine in un apparato militare e ascrive a terrorista quattro ragazzi accusati di aver dato fuoco a un compressore.