Ghassan Kanafani. Non si può fermare il vento – 5° puntata
… Ma noi abbiamo sbagliato a credere che la patria fosse soltanto il passato. Per Khaled invece, per lui, la patria è il futuro, e la differenza è talmente grande che Khaled ha deciso di prendere le armi. Ce ne sono a decine di migliaia, come Khaled, che non si lasciano trattenere dalle lacrime di umiliazione di quelli che cercano negli abissi delle proprie sconfitte frammenti di scudi e linfa di fiori. Loro guardano verso il futuro ed è per questo che correggeranno i nostri errori e gli errori di tutto il mondo..
G. Kanafani, Ritorno a Haifa
In questa quinta puntata affrontiamo un anno cruciale per la storia del popolo palestinese e del nostro autore: il 1967, ricordato come la Naksah (la “ricaduta”). Quest’anno è tristemente segnato dalla sconfitta araba nella Guerra dei Sei Giorni contro Israele che porterà alla occupazione di Gerusalemme Est, del Golan siriano e del Sinai egiziano. Per i palestinesi è un’ulteriore sottrazione di terra fagocitata dai sionisti, la Cisgiordania e la striscia di Gaza diventeranno ufficilamente i Territori Occupati. Questo, però, è anche l’anno della fondazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che trae origine dal Movimento Nazionalista Arabo e che rappresenta una prima forma di reazione alla sconfitta subita. Tra i fondatori di questo nuovo soggetto politico, al fianco di George Habash, c’è Kanafani che in esso trova le risposte di lotta che a lungo cercava e che liberano anche la sua penna dai lacci dell’impotenza, che pesavano sui suoi scritti precedenti. Si nota subito il cambiamento nelle pagine di Ritorno a Haifa di cui diamo lettura in questa puntata. Buon ascolto!