Cosa sta accadendo in Grecia: Intervista ad una compagna del movimento greco
Occupazioni di scuole, università, sedi di sindacati e istituzioni locali, manifestazioni di massa, scontri di piazza, autobus e macchine bruciate, barricate, arresti, feriti. Da alcune settimane tutto questo è tornato ad essere la realtà quotidiana in Grecia. Una realtà non più vissuta nella penisola ellenica dopo la fine della grande rivolta popolare iniziata il 6 dicembre 2008 con l’uccisione da parte della polizia di Alexis Grigoropoulos e terminata con l’approvazione del pacchetto di misure d’austerità ordinate dalla Troika il 29 giugno 2012. Il motivo di questa eruzione di rabbia popolare ha un nome: Nikos Romanos, militante anarchico, amico di Alexis, prigioniero nelle galere greche dal febbraio 2013 a seguito di un tentativo di rapina ad una banca, e da quasi un mese in sciopero della fame per protestare contro l’ennesimo sopruso commesso dallo stato greco contro di lui, e tutti i prigionieri in lotta, per difendere il suo diritto allo studio, per difendere la sua dignità di uomo libero anche se rinchiuso in un letto di ospedale, a lottare tra la vita e la morte dopo aver perso più di 17 chili. Su tutto questo, abbiamo intervistato Katerina, militante del movimento greco. Con lei abbiamo ricostruito gli avvenimenti che hanno segnato le ultime settimane e abbiamo cercato di rintracciare le ragioni profonde di questa rivolta, cercando anche di delinearne i suoi possibili sviluppi.