Collegamento con un compagno del Fronte Palestina di Milano
Appello: per un 25 Aprile di Liberazione e antisionista!
Milano, 25 Aprile 2015 sempre!
Al fianco della Resistenza palestinese, di tutte le resistenze e le lotte di liberazione
Il 25 Aprile di settanta anni fa, con l’insurrezione di Milano e di altre città italiane, si concludeva la lotta di Liberazione del popolo italiano contro il fascismo e l’occupazione nazista. La gran parte delle città e delle province italiane, dopo l’otto settembre, veniva liberata dal popolo in armi.
Quest’anno il 25 Aprile cade in una situazione dove i venti di guerra sono impetuosi, fin dentro l’Europa, come dimostra l’aggressione occidentale all’Ucraina. Il fronte imperialista Usa, Ue e Israele rappresenta il principale nemico dei popoli, mentre la straordinaria tenacia della Palestina fa da esempio alle lotte che hanno origine ovunque questi predatori mettano le loro mani: una granitica trincea di resistenza che rafforza e alimenta tutte le altre.
Questa giornata ha per noi il significato di rendere vivi, nella pratica di oggi, gli insegnamenti della resistenza partigiana nel 70° anniversario della sua vittoria: la prassi della lotta a sostegno di tutte le resistenze. I popoli oppressi da regimi fascisti o militari o da occupazioni coloniali hanno sempre trovato il sostegno incondizionato degli antifascisti italiani.
Nelle piazze dei partigiani non ci deve essere posto per i simboli degli oppressori, dei razzisti, dei vecchi e nuovi colonialisti, dei fascisti comunque camuffati e dei guerrafondai, ma solo per quelli di chi lotta per la libertà, l’autodeterminazione dei popoli, l’uguaglianza e la giustizia sociale.
C’è un popolo che da oltre sessant’anni vive sotto occupazione militare straniera, soggetto ad un’odiosa e vile discriminazione razziale, oppresso e segregato in bantustan, sistematicamente aggredito con armi sperimentali di distruzione di massa, disperso nella diaspora in tutto il mondo; eppure c’è chi vorrebbe vietare agli antifascisti italiani il diritto di manifestare per la libertà dei palestinesi condannando chi calpesta i loro diritti. Il triste spettacolo delle bandiere dello Stato israeliano (fondato nel 1948) che sfilano usando la Brigata Ebraica come Cavallo di Troia nel corteo del 25 Aprile deve cessare!
Quelle bandiere sono le stesse riportate sugli aerei che la scorsa estate hanno selvaggiamente bombardato Gaza distruggendo interi quartieri, campi profughi, scuole, terreni agricoli, acquedotti, depositi alimentari, ospedali e centrali elettriche con il non celato proposito di ridurre quel popolo alla fame, oltre che piegare la resistenza palestinese e sterminare gli abitanti, compresi i bambini, considerati pericolosi terroristi di domani.
Quelle bandiere sono le stesse che sventolano sul muro dell’apartheid che impedisce ai palestinesi della Cisgiordania di muoversi liberamente; sono quelle che svettano dagli insediamenti disseminati in tutta la Palestina; sono quelle che si vedono ai check-point, dove ogni giorno i palestinesi devono fare ore di coda per andare a lavoro o a scuola, spesso senza riuscirvi, o dove troppe volte si muore su ambulanze bloccate dall’esercito sionista, che sotto quelle bandiere decide chi, quando e se può passare.
Quelle bandiere sono le stesse portate al corteo dalla Brigata Ebraica, la cui partecipazione è mediaticamente sopravvalutata e non corrisponde al marginale contributo che questa diede alla lotta, storicamente composta da coloni europei di religione ebraica che si erano insediati in Palestina sotto mandato britannico, grazie al sostegno della potenza coloniale europea. Non risulta che la brigata abbia fatto operazioni congiunte alle formazioni partigiane italiane, era invece sotto il comando britannico, appartenente al suo esercito come altre formazioni nepalesi, indiane, neozelandesi, australiane, canadesi e sudafricane che non sono considerate alla stessa stregua.
Ecco perché anche quest’anno contesteremo la presenza sionista al corteo di Liberazione del 25 Aprile, senza temere l’ipocrita accusa di antisemitismo usata per tacciare chiunque sostenga la Resistenza palestinese o condanni l’operato criminale d’Israele. Non siamo noi gli antisemiti, noi siamo contro il sionismo, ideologia reazionaria, neo coloniale e razzista!
Condanniamo inoltre i modelli sionisti di repressione e controllo sociale esportati in tutto il mondo, grazie anche ad occasioni come Expo 2015 dove i Paesi imperialisti e le multinazionali concordano nuovi paradigmi di sfruttamento del pianeta e dei suoi abitanti riducendo l’umanità alla barbarie. Per questo saremo anche in piazza il primo Maggio per contestare Expo e la presenza israeliana in “pompa magna” a tale kermesse.
Il “made in Israel” quindi non riguarda solo gli attivisti per la Palestina ma anche persone impegnate nelle lotte sociali e contro gli apparati repressivi dello Stato. La presenza sionista al corteo del 25 Aprile e all’Expo non è pericolosa solo perché tenta di ripulire l’immagine di Israele agli occhi del mondo nascondendo la natura genocida del suo progetto coloniale, ma è pericolosa perché rappresenta la vetrina del modello carcerario non solo delle popolazioni indigene ma di tutti i fenomeni migratori, dei movimenti studenteschi, operai e di contestazione nonché delle lotte sociali in Italia e nel resto del mondo.
La tendenza alla guerra portata avanti dai governi israeliani dovrebbe indignare gli antifascisti e le realtà che si oppongono alla militarizzazione, solidali con i lavoratori e con le lotte sociali. Invece oggi viene permessa e promossa la loro agibilità soprattutto da parte del Partito Democratico che si ritrova al centro nevralgico degli accordi internazionali, complice dei crimini commessi dal neo colonialismo e dalle “guerre preventive” e che internamente si scaglia contro i lavoratori e le classi subalterne, massacrando i loro diritti e lo sviluppo sociale con infami riforme come il Jobs Act.
Noi stiamo dalla parte dei palestinesi e sosteniamo la loro legittima lotta di liberazione: mentre denunciamo con forza lo sterminio nazista degli ebrei, non accettiamo che un simile genocidio possa avvenire contro i palestinesi. Siamo anche dalla parte degli ebrei che rifiutano il sionismo e denunciano la pulizia etnica che sta alla base della nascita di Israele, come gli storici Ilan Pappé e Guido Valabrega, il partigiano Primo Levi e molti altri.
Assieme a loro ed anche in nome di coloro che non ci sono più, il 25 Aprile grideremo:
PALESTINA LIBERA! ORA E SEMPRE RESISTENZA!
Fronte Palestina
info@frontepalestina.it