Caso Aldo Bianzino: intervista a Rudra
Siamo nell’ottobre 2007 a Pietralunga, sulle colline in provincia di Perugia, quando il falegname Aldo Bianzino e la moglie Roberta vengono condotti nel carcere di Capanne, a seguito di una perquisizione che porta al ritrovamento di alcune piantine di marijuana. Meno di 48 ore dopo Roberta viene scarcerata e le verrà detto che “potrà vedere il marito dopo l’autopsia”.
Le indagini hanno sempre escluso l’omicidio, riconoscendo un aneurisma come causa del decesso in cella, ma le evidenze mediche contrarie non hanno dato per vinto il figlio Rudra che ha presentato alla Procura di Perugia una richiesta di riapertura delle indagini. Oggi 13 giugno lo contattiamo per ripercorrere questa vicenda, per essere aggiornati sulla riapertura del caso e per rilanciare alcuni dei prossimi appuntamenti, affinchè non cali il silenzio su una delle numerosissime morti in carcere. (Domani alle 18 al circolo Black Star di Ferrara si terrà l’iniziativa “Aldo Bianzino: un caso da riaprire”, a cura dell’associazione “Federico Aldrovandi”).
Buon ascolto!