Attacco politico al Comitato Autonomo Abitanti Barona
Ieri 30 ottobre la Digos di Milano ha notificato 5 ordinanze cautelari di allontanamento dal territorio comunale a danno di altrettanti compagni del Comitato Autonomo Abitanti Barona, protagonista da 5 anni di lotte in difesa del diritto alla casa e contro la speculazione edilizia in città.
Riportiamo qui sotto il comunicato del Comitato, ascoltiamo la voce di un compagno della Barona che ci spiega l’accaduto e condividiamo alcuni contributi audio dal presidio svoltosi oggi nel primo pomeriggio.
“La digos di Milano ha ordito un attacco giuridico-politico, sulla base di un fatto avvenuto, a distanza di un anno, alla Baronata, dove per violenza di genere è stata allontanata una persona dalla comunità resistente e quindi dalle assemblee, oltre che invitata a non partecipare più alle iniziative dello spazio.
Questa persona, il giorno dopo l’assemblea che decise il suo allontanamento, tornò per pretendere di rimanere, e due compagni che in quel momento erano alla Baronata per tenere le lezioni della scuola d’italiano, si trovarono costretti ad invitarlo a ritornare in un momento assembleare data l’attività in corso. Mentre uno dei due compagni parlava, ricevette un pugno dritto alla gola da questa persona, che gli tolse il fiato per alcuni secondi; approfittando dello spaesamento la suddetta persona afferrò una cazzuola che sferrò su un altro compagno, lasciandogli una cicatrice sul volto, ancora oggi ben visibile; alla fine, a fatica si riuscì ad allontanarla. La persona allontanata si recò in ospedale, nonostante fosse lui l’aggressore oltre che l’illeso; lì venne raggiunta dalla polizia, che, come abbiamo visto, avrebbe preso con molto interesse la denuncia della persona, invitandola anche a recarsi in un secondo momento in questura, per integrare la denuncia precedentemente fatta che oggi ci è stata consegnata per i seguenti capi d’imputazione: “ 110. 629 1° e 2° e, in relazione all’articolo 628 c.3 n.1, c.p.
61 n 2, 110. 582, 585 c.p.” che in verbo corrispondono a: concorso, violenza e minacce, estorsione, rapina, danneggiamento con profitto e violenza con aggravanti.
Le modalità di perquisizione, sequestro e consegna delle notifiche sono avvenute con modalità che ricordano operazioni contro le peggiori organizzazioni criminali; infatti già dalle 7.00 del mattino digos e polizia hanno cercato di sfondare le porte dei 5 appartenenti riuscendoci solo con una, entrando da sceriffi con le pistole in mostra, sequestrando immediatamente i cellulari che i compagni stavano utilizzando per avvertire amici e compagni di quanto stava succedendo.
A questo punto sono iniziate invasive perquisizioni di tutti gli appartamenti, terminate con il sequestro di cellulari, computer, chiavette usb, materiale politico informativo, agende personali e appunti delle assemblee. Al termine gli agenti hanno consegnato dei divieti di dimora con obbligo di firma a tutti i 5 compagne/i, immediatamente esecutivi.
La questura di Milano, ricostruendo struttura e ruoli fantomatici del comitato della Barona, mette sotto indagine i compagni/e con misure cautelari che li costringono ad allontanarsi dal comune di Milano.
L’azione repressiva avvenuta quest’oggi esprime una chiara volontà di fermare chi tutti i giorni lotta per un’alternativa dignitosa al di là della mercificazione che questa città impone come modello unico di vita, senza lasciare spazi alla solidarietà e all’organizzazione dal basso.
Episodi come questo sono purtroppo noti e sempre più frequenti: a Padova, Piacenza, Milano, Cosenza e su tutto il territorio nazionale, avvengono tentativi di fermare le lotte colpendo le persone e dipingendole come organizzatrici di crimini.
Come Comitato Autonomo Abitanti Barona, rifiutiamo ogni singola accusa e la rispediamo al mittente: occupare case per soldi è una pratica mafiosa, che specula sui problemi delle persone, e la combattiamo ogni giorno. Lasciare case vuote e gente in strada è una strategia attuata per il lucro di palazzinari e istituzioni. La repressione non può intimidirci: a ogni attacco corrisponderà un rafforzamento!”
Infine, viene fatto un appello alla solidarietà concreta per i compagni colpiti: invitiamo chiunque possa ospitarli in un comune esterno alla provincia di Milano a contattare il CAAB o ad andare ad uno dei prossimi appuntamenti.
Rilanciamo infatti la data di mercoledì 6 novembre quando, alle 20.30 in viale Faenza 12/7, ci sarà un’assemblea di costruzione del corteo per il diritto alla città.
Se chi lotta è un delinquente, siamo tutt* criminali!