Pace sociale 13 Marzo #inognicasonessunrimorso
Recensione di ‘In ogni caso nessun rimorso‘ di Pino Cacucci, romanzo storico dove l’autore in oltre 300 pagine racconta la vita di Jules Bonnot, famigerato ladro anarchico francese di inizio novecento. La storia è vera, molto documentata, la trama è ovviamente romanzata, l’ho letto nell’edizione economica Feltrinelli, prezzo di copertina 8,50€.
Ho sottolineato sin da subito la lunghezza del libro perché a mio avviso, ma è opinione in parte condivisa anche da altri, forse poteva essere più breve. Cacucci si è molto documentato per scrivere questo romanzo e si vede ed è sicuramente interessante la prima parte di oltre 200 pagine in cui racconta la storia di Jules prima che diventasse Bonnot ed è su questa parte che mi sono concentrato leggendo alcuni passaggi chiave della vicenda. Cosa vuol dire Jules prima di diventare Bonnot? Vuol dire che la storia, la sua vita è caratterizzata da una parola: odio, l’odio verso la classe dominante, verso la borghesia che sfrutta e schiaccia lui e tutti quelli come lui. Odio che dapprima incanala in lotta politica, sindacale e che poi esplode nell’attacco violento alla proprietà privata che ben conosciamo. La sua vita, così rapida e convulsa è caratterizzata anche da picchi di stabilità, stabilità che trova sopenddell’epilogo della vicenda umana di questo anarchico è molto ben conosciuta, a tratti mitizzata e ne abbiamo parlato oltre un anno fa sempre su Pace Sociale leggendo Memorie di Jules Bonnot (ed. Derive Approdi), ma è poco conosciuto il motivo, il perché, il come è diventato il famigerato tra le masse, temuto dalla borghesia e ricercato dalle guardie Bonnot.
Curiosi sono anche i mille lavori che ha fatto tra i quali il più celebre è sicuramente quello di autista di Sir Conan Doyle, padre letterario di Sherlock Holmes. Sarà proprio questo l’ultimo lavoro fatto da Jules prima di incontrare Platano, un italiano che sconvogerà ancora la sua vita e lo porterà ad iniziare quel percorso che condurrà Jules la mattina di domenica 28 aprile 192 presso la cascina di Chisy-le-Roi nei sobborghi parigini dove sotto l’assedio dalle guardie e una pioggia di piombo e dinamite porranno fine alla sua folle corsa.o l’odio grazie all’amore, l’amore per una donna. Saranno molto importanti 2-3 figure femminili nella vita di Bonnot, figure grazie alle quali Jules cerca di trovare pace, sicurezza, calma ma che non riusciranno a strapparlo al suo destino.
…Non chiedevo granché. Camminavo con lei al chiaro di luna nel cimitero di Lione, illudendomi che non vi fosse bisogno d’altro per vivere. Era la felicità che avevo inseguito per tutta la vita, senza esser capace neppure di sognarla. L’avevo trovata,e scoperto che cosa fosse.La felicità che mi era stata negata. Avevo il diritto di viverla, quella felicità. Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, peggio per voi, peggio per tutti… Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti si, ma in ogni caso nessun rimorso…