Eataly, asserviti con armonia

sciopero eataly firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Noi di Eataly siamo determinati, innamorati dei cibi e delle bevande di alta qualità e pensiamo che aver trasformato questa passione nel nostro lavoro abbia migliorato la qualità della nostra vita.”

Così la catena di distribuzione alimentare di Oscar Farinetti si presenta agli aspiranti dipendenti, offrendo non una semplice opportunità lavorativa bensì un roseo futuro di serenità o, per usare i termini cari alla compagnia , di armonia all’interno di un’azienda in continua crescita. Crescita confermata dai fatturati di anno in anno sempre più cospicui e dalla continua apertura di nuove filiali. Un futuro dissimile però da quello raccontato da chi è passato dall’altra parte del bancone. Turni massacranti, lavoro precario e nessun dialogo con l’azienda sono la realtà quotidiana nello stabilimento di Firenze che meno di un’anno fa apriva in pompa magna con l’allora sindaco Matteo Renzi ad officiare l’inaugurazione, assumendo 120 dipendenti. Ad oggi, sebbene gli affari fruttino bene a padron Farinetti, quel numero è stato dimezzato. Senza spiegazioni, senza motivi apparenti di fianco al loro nome alcuni dipendenti hanno visto comparire la parola OUT. Di fronte a questa situazione alcuni lavoratori hanno cominciato a dire basta e a denunciare quanto accadeva all’interno dell’azienda dell’armonia, proclamando due giornate di mobilitazione.

Raccogliamo la voce di due lavoratori “OUT” dopo la mattinata di lotta di sabato.