Rassegna degli inviati – Speciale Scuola – Ott/Nov 2016
Riprendono le rassegne degli inviati di RadiAzione: grazie a loro, tra ottobre e novembre, abbiamo raccolto diversi contributi sullo stato della scuola ai nostri giorni.
L’intento non è solo quello di approfondire di nuovo la “Buona Scuola”, ma di chiarirne la natura – quella di un sistema classista – in cui l’accesso al diritto allo studio e le possibilità di insegnamento sono sempre più ridotte e dove la contraddizione principale del sistema – capitale/lavoro – nella scuola non riguarda solo i lavoratori, ma ora si concretizza anche a danno degli studenti stessi, tramite l’alternanza scuola-lavoro: un trampolino di lancio per consolidare il lavoro gratuito tra i giovanissimi, nel tentativo di mantenere i margini di profitto nell’avanzata della crisi.
Molti spunti ci hanno fornito un quadro di questa situazione, grazie alla molteplicità delle voci che hanno animato questo approfondimento: dagli studenti medi, ai docenti, dalle famiglie ai futuri docenti, fino agli studenti universitari: diverse interviste che ci hanno fornito tante informazioni, legandosi tra loro da quell’unità da ricercare, promuovere e rafforzare tra insegnanti, lavoratori della scuola, studenti e famiglie.
Una docente di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, ci dà modo di iniziare il nostro approfondimento sugli effetti della “Buona Scuola” oggi, soffermandosi inizialmente sul bonus docenti: uno strumento con cui, in nome di una non meglio precisata “meritocrazia”, si punta a dividere gli insegnanti. L’insegnante poi ci dà diversi elementi rispetto al ruolo e ai poteri dei presidi e un quadro dell’iter dei referendum sociali promossi dalla scorsa primavera.
Un compagno, docente a Catania, apre il suo contributo riprendendo questi temi, approfondendoli rispetto alla specificità della mobilità forzata degli insegnanti da Sud a Nord.
Due genitori di Bassano del Grappa ci offrono uno spaccato di scuola primaria – ex elementari – in cui l’esperienza diretta dei loro figli testimonia la tendenza verso un’ulteriore divisione delle scuole: dalla serie A alle scuole ghetto. Dal cosiddetto contributo volontario, all’onere della mensa scolastica, alle attività extracurriculari a pagamento: numerose spese che, in barba al diritto all’istruzione, mettono in difficoltà le famiglie a medio-basso reddito.
Con una studentessa di scuola superiore di Firenze partiamo dalla cronaca del 7 ottobre, giornata nazionale di mobilitazione studentesca, per poi passare ad un’analisi approfondita di cos’è oggi la scuola e soprattutto di come agisce sulla “plasmazione” degli studenti, alias futuri lavoratori (chi al comando, chi comandato), con particolare attenzione alle varie forme di repressione presenti nella scuola come istituzione.
Con un gruppo di studenti medi di Padova entriamo nelle problematiche concrete e quotidiane presenti nelle scuole, con particolare attenzione ai problemi strutturali, e quindi di sicurezza, e ai tagli che riguardano specialmente i laboratori.
Che fare per non tradire questa generazione di studenti se ci si trova dalla parte del docente? Il contributo di un professore di Milano.
Restando nel capoluogo lombardo, passiamo dalla scuola all’università classista: parliamo con uno studente della Statale degli effetti concreti dei nuovi criteri Isee e dell’accesso, sempre più difficoltoso, alla mensa, legandoci anche alla repressione violenta a danno degli studenti in lotta contro il caro-mensa a Bologna.
Infine la testimonianza di una studentessa universitaria ci dà il quadro del caos che si materializza quando si vuole approcciarsi al mondo della scuola nel ruolo di docente. In quest’intervista approfondiamo i 4 punti referendari sulla Buona Scuola e la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, senza passare per le graduatorie. Concludiamo con alcune riflessioni rispetto al referendum costituzionale.
speciale buona scuola futuri insegnanti-2016-11-06-09:40:00
Buon ascolto!