ProgrammiScatenati

Scatenati – venerdì 31 ottobre

IMG_1723Nella puntata di venerdì 31 ottobre, abbiamo continuato a parlare della grandissima mobilitazione di solidarietà venutasi a creare in occasione del trentennale dalla carcerazione del compagno Georges I. Abdallah, comunista libanese detenuto in Franca dal 1984. Infatti, le settimane appena trascorse sono state caratterizzate da moltissime manifestazioni di solidarietà di classe e internazionalista: in tutto il mondo ci sono stati presidi, iniziative e cortei in sostegno a Georges I. Abdallah, Ahmad Sa’adat e a tutti i prigionieri palestinesi che resistono nelle carceri sioniste o dell’A.N.P. Per quanto riguarda la solidarietà espressa in Italia, abbiamo fatto un resoconto del presidio che si è svolto a Milano sabato 25 ottobre, organizzato dal Fronte Palestina e dall’Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”. Ci siamo poi spostate sul frangente internazionale, ripercorrendo le varie iniziative che ci sono state in tutta Europa, in particolare in Francia dove si è svolta una manifestazione di 500 persone che ha sfilato fuori dal carcere di Lannemezan, luogo in cui Georges è rinchiuso, ma anche negli U.S.A., in Canada e in Medio Oriente, tra cui anche in Palestina, Giordania e Libano. Le mobilitazioni di fatto non sono finite e proseguiranno ancora, visto che per il 5 novembre è attesa la sentenza in cui la corte francese si esprimerà sull’ennesima richiesta di scarcerazione che Georges ha presentato. A Beirut, per quel giorno, è prevista un’iniziativa nei pressi dell’ambasciata della Francia! Nella seconda parte della trasmissione, abbiamo voluto commentare quanto di recente accaduto in Francia, dove Remì, un giovane studente di 21 anni, è stato ucciso dalla polizia durante una manifestazione alla ZAD (letteralmente “zone da difendere) di Testet contro la costruzione di una gigantesca diga che distruggerà il territorio, nel corso della quale ci sono stati pesanti scontri. La polizia ha fatto un uso pesante di gas lacrimogeni e di granate stordenti, vere e proprie bombe che, dopo lo sgancio, rilasciano schegge in ferro. Si tratta di strumenti pericolosissimi e atti ad offendere, tanto da provocare la morte di Remì. Questo va inserito all’interno di una situazione complessiva in cui vediamo un’escalation repressiva nei confronti di qualsiasi lotta, fino ad arrivare all’assassinio di chi protesta e si oppone alle decisioni prese da chi sta al potere. Ci siamo poi collegate con un compagno di Milano, imputato nel maxi processo contro il movimento No Tav, il quale ha fatto un report dettagliato dell’udienza del 28 ottobre. Il processone sta ormai volgendo verso le battute finali e nei prossimi mesi è prevista la sentenza di primo grado. Per dicembre è attesa anche la sentenza del processo al cosiddetto “compressore”, per il quale Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò sono in carcere dallo scorso 9 dicembre. E’ in solidarietà ai compagni/e arrestati/e, sotto processo o già condannati che il movimento No Tav ha indetto una settimana di mobilitazione ognuno nei proprio territori dal 14 al 22 novembre: è con la lettura di questo appello dalla Valsusa che abbiamo concluso la puntata.

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