Millenovecentoquattordici #28

La montagna incarnata in una piramide, tomba misteriosa e maestosa degli operai della guerra. Monte Piana, tra Italia e Austria, cento anni di storie perdute, fili spezzati aggrovigliati tra loro in una matassa senza senso, senza forma, accuratamente dipanata finché i singoli fili si raggomitolano, caldi, vivi, intorno al cuore. Cura e passione guidano queste guide di terra e di storia, di roccia e di ossa, di freddo impossibile e di cieli infiniti, Gli Amici del Monte Piana (di cui, collegato via telefono con noi, è Alberto Gottardo e qui il blog dell’Associazione) che hanno disseppellito il fronte di questa guerra immortalata in immagini da cartolina, trasfigurata dalla bellezza della montagna ma che si svela, cruda, ascoltando la storia che può narrare un bottone, un caschetto sforacchiato, un pezzo di stoffa, un fiasco di vino… Particolare per particolare, pezzettino per pezzettino e siamo nella quotidianità di uomini che hanno ancora la propria identità, la propria vita e una propria storia da narrare e noi, issati lassù, in mezzo a loro, nel vuoto, li ascoltiamo.
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