Ghassan Kanafani. Non si può fermare il vento – 4° puntata

Maggio gli germogliava sulla fronte, sulle mani, sul torace rovesciando su di lui vortici inesauribili che lui respirava fino in fondo. Come vuoi che pensasse, anche solo per un istante, di essere a un passo dalla morte così come l’aria era vicina al suo viso? Eppure era vicina, gli era vicina, anche se non riusciva a sentirla o a fiutarla. Non era in grado di fiutare la morte come invece era capace di sentire la vita.

da G. Kanafani, Il verde e il rosso

Dopo aver parlato, nella terza puntata, degli anni ’50 segnati dal risveglio del dibattito politico nel mondo arabo e con esso tra il popolo palestinese e dalla Guerra di Suez; in questo quarto appuntamento trattiamo i primi anni Sessanta del secolo scorso, anni che vedono la nascita dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e lo sviluppo dei partiti arabi per cui si apre la prospettiva della guerriglia come strumento per la lotta di liberaziona. In questo periodo Kanafani prende contatto con militanti della Resistenza Palestinese e con il Movimento Nazionalista Arabo (MNA), organizzazione panarabista da cui nasceranno importanti formazioni politiche del mondo arabo come l’FPLP. Nel 1960, proprio per collaborare con l’organo ufficiale del MNA,  Kanafani si trasferisce a Beirut. L’anno successivo vedrà l’incontro tra Ghassan e Naji al-Ali, disegnatore palestinese la cui storia ha molto in comune con quella di Kanafani, dal fatto di aver vissuto in prima persona la Nakba a 10 anni alla morte tragica. Ciò che unisce di più queste due figure è, però, la necessità di utilizzare l’arte come strumento per dare voce alla lotta di liberazione. Se Kanafani usa soprattutto le parole, Naji riempie le sue vignette taglienti e amare di tutta la rabbia di un popolo che continua a resistere. Naji consegna a Handala, un bambino scalzo con i vestiti rattoppati e le mani incrociate dietro la schiena, il compito di testimoniare l’oppressione che il popolo palestinse è costretto a sopportare ma anche la sua ostinata sete di libertà.

Handala è nato che aveva già dieci anni e avrà sempre 10 anni. (…) le leggi della natura non lo riguardano. Le cose torneranno normali quando anche la nostra terra tornerà a noi.

Naji al-Ali

 

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