Buchi nel terreno e nel portafoglio. La non bonifica dell’Italcementi di Senigallia
Ci colleghiamo con Agnese Turchi, studentessa di urbanistica presso l’universitá di Firenze, per parlare del sua ricerca sul piano di bonifica dell’Italcementi di Senigallia. La bonifica in questione avrebbe dovuto riguardare l’area (5 ettari) dell’ex sito della Sacelit Italcementi, acciaieria storica della cittá aperta nel 1948 e chiusa nel 1984, che ben dopo la sua chiusura rappresentava ancora un pericolo per la popolazione data l’ingente presenza di amianto contenuto in essa. Il progetto é partito nel 2009, lasciando mano libera alla compagnia vincitrice dell’appalto (poi fallita). La quale puntando piú sulla speculazione derivante dall’utilizzo del sito che sulla vera e propria bonifica ha presentato un progetto di rilancio turistico di lusso dell’area, a firma dell’archistar Portoghesi. Progetto poi abbandonato per mancanza di fondi, lasciando cosí una ferita aperta nel lungo mare della cittá oltre che 260 milioni di debiti fra comune e finanziatori privati.
Di seguito l’intervista, buon ascolto.