Al fianco della Resistenza dei popoli in lotta contro l’imperialismo Lottiamo contro la guerra sulla nostra terra!
Il 18 maggio il Consiglio Esteri e Difesa dell’Ue dava il via libera alla missione “anti-scafisti”, proposta dalla Mogherini, il cui comando sarà a Roma e affidato all’ammiraglio italiano Enrico Credendino. I termini della missione prevedono la possibilità di un intervento aereo, navale e terrestre. Nel documento di presentazione non si esclude la presenza di vittime civili durante le operazioni. Oltre all’Italia, anche Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna hanno già annunciato la loro partecipazione alla missione Eunavfor Med. I prossimi passi verso l’intervento in Libia saranno quindi decisi il 22 giugno con l’approvazione da parte dei ministri degli esteri e il 26 giugno, da parte dei capi di governo. Con il finto pretesto di “reprimere i trafficanti d’uomini”, gli imperialisti europei vogliono nuovamente mettere le mani sulla Libia. Ma la frammentazione politica e militare in Libia è tale che nemmeno gli imperialisti sono d’accordo sul come procedere per rimettere insieme i cocci da loro prodotti nel 2011 con l’intervento militare. Infatti mentre l’Italia e la Francia scalpitano, in competizione tra loro, per sfogare le loro mire coloniali, gli Usa frenano perché concentrati sul fronte ucraino e sulla riorganizzazione dei rapporti nell’intero Medio Oriente, dopo lo smacco dello stop all’intervento in Siria dell’estate 2013, grazie alla campagna anti Stato Islamico.
In questo scenario, mantenendosi ben saldo sul carrozzone Nato, appare sempre più evidente lo spingere dell’imperialismo nostrano per ritagliarsi un ruolo da protagonista sui fronti di guerra e in particolare rispetto alla Libia. In alcune sue frange più reazionarie rivendica ormai apertamente addirittura un ruolo di intervento militare indipendente da coalizioni con altri paesi, e in questo senso la propaganda di guerra è già iniziata. Basti pensare alla commemorazione per la Prima Guerra Mondiale svoltasi dalle istituzioni a Trieste il 24 maggio e quella organizzata dai fascisti a Gorizia il 23 maggio: il leitmotiv che univa le due parate era la volontà di rispolverare l’interventismo del passato alla luce dei progetti imperialisti presenti.
La guerra, che lambisce sempre più da vicino le frontiere europee, coinvolge concretamente la nostra terra molto più concretamente di quanto i media fanno trasparire: pensiamo alla presenza delle 113 basi militari Usa e Nato, al tentativo di installare il MUOS, al fatto che essa è lo scenario di esercitazioni che coinvolgono le forze armate dei peggiori assassini, al fatto che dalla nostra terra sono partite le missioni per bombardare i popoli che negli ultimi 20 anni hanno conosciuto l’esportazione della “democrazia” atlantica. Dal 9 al 12 giugno numerosi velivoli, principalmente dell’aeronautica militare italiana e tedesca, avrebbero dovuto partecipare all’esercitazione Starex all’aeroporto militare di Decimomannu per “far pratica” nei poligoni di Teulada, Capo Frasca e Quirra. Precedenti esercitazioni analoghe, quali “Spring Flag” e “Star Vega”, furono funzionali proprio agli attacchi Nato a danno di Afghanistan, Iraq e Libia.
Dal dopoguerra l’intera Sardegna è martoriata dalla massiccia presenza di basi militari, depositi d’armi e poligoni, ampiamente utilizzati da tutti i paesi imperialisti per allenarsi alla guerra e testare sempre nuove e più sofisticate armi di morte, causando danni incommensurabili alle popolazioni e al territorio.
La situazione non migliora nel resto d’Italia, se pensiamo agli ordigni nucleari stoccati nelle basi militari Usa di Ghedi-Brescia e di Aviano, o all’ampliamento del Dal Molin a Vicenza. Più recentemente, Governo, Regione Puglia, Finmeccanica e forze armate hanno candidato l’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie, in provincia di Taranto, a base europea per la sperimentazione aerospaziale dei droni.
Che la borghesia italiana, in sintonia con quella europea e statunitense, guardi alla guerra è chiaro anche nel continuo impiego di denaro pubblico in ampliamenti di basi e nuovi armamenti, oggi si rifinanziano automaticamente tutte le missioni di guerra imperialista grazie al decreto Alfano, senza dover “perdere tempo” con le votazioni parlamentari. Il premier Renzi in tuta mimetica è senz’altro un’immagine eloquente. Tuttavia sebbene l’Ue continui a rifinanziare e potenziare le operazioni militari e d’intelligence di Frontex, il Mediterraneo non è l’unico fronte aperto in termini di guerra e respingimenti, basti pensare al recente meeting del 20 e 21 maggio scorsi, in cui alla riunione del Comitato militare della Nato hanno partecipato i capi delle forze armate di 28 paesi dell’Alleanza Atlantica, per fare il punto sulle “minacce alla sicurezza” nelle regioni meridionali e orientali della Nato. Ovviamente l’incontro ha confermato e rafforzato il supporto Nato al regime golpista di Kiev responsabile di massacri, devastazione e omicidi mirati, come quello del comandante Mozgovoj.
Ora più che mai diviene fondamentale opporsi alla guerra imperialista, rilanciando la solidarietà nei confronti dei popoli in lotta, dal Donbass, alla Palestina, ma anche lottando contro l’imperialismo di casa nostra, come stanno facendo con grande determinazione sia il movimento No Muos in Sicilia sia il Comitato No basi ne qui ne altrove in Sardegna che, l’11 giugno come in altre occasioni quest’anno, è riuscito grazie alla mobilitazione popolare a bloccare le esercitazioni. La guerra in casa si manifesta su tutti i piani, dall’inasprimento del controllo sociale, alla riduzione degli spazi di agibilità politica, alla militarizzazione delle città, la testiamo quotidianamente in tutte quelle forme di repressione che mirano a spegnere ogni forma di lotta: dalle telecamere di fabbricazione israeliana, agli sgomberi di case e spazi, ai fogli di via, agli arresti di chi non china la testa, fino alle Kermesse propagandistiche come Expo dove non si può non notare la presenza di uno stato occupante come Israele: un mega padiglione dove la storia del popolo palestinese viene negata in tutte le sue forme e in cui si comunica il falso messaggio della sola presenza sionista che avrebbe fatto magicamente “fiorire il deserto”. La guerra in casa inoltre è manifesta anche nella comunicazione mediatica che incita alla guerra tra poveri, ad indicare l’immigrato o il rom come il nemico. Nel suo piccolo RadiAzione vuole dare un’informazione altra, di classe e internazionalista, per l’unità tra proletari e contro la guerra imperialista. Per questo ci piacerebbe, all’interno della tre giorni, aprire uno spazio di discussione e di confronto tra varie realtà attive contro l’imperialismo e che si sono mobilitate al fianco dei popoli che resistono ad esso. Per questo vi invitiamo a partecipare alla festa di Tre Giorni che si terrà il 17, 18 e 19 luglio e, in particolare, al dibattito internazionale che si terrà sabato 18 , in cui ci confronteremo sui fronti di guerra oggi aperti, per il rilancio della mobilitazione in Italia contro la guerra imperialista, dal No Muos, alle iniziative contro la vendita di armamenti ad Israele e contro le esercitazioni militari in Sardegna, per un sostegno concreto ai popoli che resistono.
La festa avrà luogo a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova e a breve seguiranno dettagli per gli orari e per le indicazioni stradali.
Vi aspettiamo!