Continua il processo alle idee contro i No Tav. La Cassazione rinvia la sentenza del maxi processo al 27 aprile.
Ci colleghiamo con uno dei 38 imputati del maxiprocesso No Tav relativo alle due giornate di resistenza del 27 giugno e 3 luglio 2011 in Val di Susa. Mercoledì a Roma la Cassazione avrebbe dovuto emettere la sentenza rispetto alle richieste di condanna, che arrivano fino ai 4 anni e 6 mesi. Sentenza rimandata per un vizio di notifica al 27 aprile. Durante il dibattimento davanti al tribunale varie realtà romane hanno dato vità a un presidio in solidarietà a chi dentro si trovava al banco degli imputati.
Sebbene l’accusa continui a ribadire a mezzo stampa che l’intento sia quello di perseguire i colpevoli di singoli reati specifici, l’intero impianto accusatorio continua a reggersi sull’imputazione di concorso morale ai fatti accaduti in quelle due giornate di lotta. Quello che l’accusa porta avanti da oltre 6 anni è un costrutto che punta a criminalizzare la vicinanza ideologica stessa alle ragioni del movimento No Tav, fatto che, oltre a confermare lo straordinario accanimento giuridico nei confronti del movimento da parte dello Stato, rischia di divenire un preoccupante precedente giuridico in caso di conferma da parte della cassazione.
Di seguito l’intervista, buon ascolto.