#Riprendiamoci la città
L’ultima campagna elettorale ha dimostrato come la politica comunale di questa città, che a guidarla ci sia il centrosinistra o il centrodestra, sia in realtà asservita agli interessi economici degli speculatori. Gli appalti delle grandi opere e la partecipazione alle aziende municipalizzate sono state le fette della torta da spartirsi una volta concluse le elezioni tra le clientele dei vincitori. Questo è un passaggio cruciale al fine di governare la città.
Al di là degli accordi fatti nella stanza dei bottoni, c’è però la quotidianità di chi vive veramente questa città e le sue problematiche.
L’emergenza abitativa si aggrava sempre di più sotto i colpi della crisi, nel frattempo le istituzioni preposte (Ufficio casa e Ater) sono incapaci di affrontarla (le graduarorie d’assegnazione delle case ERP sono bloccate dal 2012) ed anzi contribuiscono ad amplificarla, ad esempio con la messa in vendita degli alloggi Ater. I dati sugli sfratti sono allarmanti, nel 2014 arriveranno a più di 1000, con un aumento del 8% rispetto al 2013, di cui la quasi totalità sono per morosità, a fronte di più di 10.000 case sfitte nel solo
comune di Padova.
La precarietà delle condizioni di lavoro entra a gamba tesa nella quotidianità di sempre più persone, che si vedono di fronte un presente e un futuro fatti di cassaintegrazione, lavori a tempo determinato o a chiamata, lavori in nero quasi sempre sotto pagati fino ad arrivare alla totale mancanza di lavoro.
Mentre il centro città viene agghindato come una vetrina, i nostri quartieri sono sempre più soggetti alle politiche di “riqualificazione”, che svendono il territorio alle imprese di costruzione e permettono l’inizio del processo della gentrificazione, mediante l’innalzamento del costo della vita e la chiusura di spazi di aggregazione sociale con il fine di espellere gli abitanti dai quartieri popolari verso una nuova periferia.
Il quartiere Portello rappresenta un esempio di come queste politiche siano già in atto: con il recente sgombero della Mensa Marzolo Occupata, gli studenti e gli abitanti del quartiere sono stati privati di uno spazio di socialità sana e di aggregazione popolare, strappato al degrado.
I problemi però rimangono: dall’allagamento di intere zone alla prima pioggia alla manutenzione delle case popolari, dagli edifici abbandonati lasciati al degrado fino agli insufficienti e sempre più costosi trasporti pubblici nella viabilità.
La sola politica che è stata portata avanti dentro i quartieri è stata quella di pompare e amplificare l’allarme sociale attorno alla tematica della sicurezza, che ha portato alla militarizzazione delle strade, all’aumento delle telecamere, a retate di stampo xenofobo e alla criminalizzazione della povertà e della marginalità.
Se la politica istituzionale non intende risolvere questi problemi o anzi intende aggravarli, speculandoci sopra, dobbiamo iniziare a prendere in mano la gestione politica delle nostre vite e di questa città, autorganizzandoci senza delegare il nostro destino, difendendo i nostri diritti e riprendendoci quello di cui abbiamo bisogno. Solo se saremo uniti, al di là delle nostre differenze specifiche, e solidali gli uni con gli altri potremo riuscire, con la lotta, ad ottenere delle conquiste.L’ultima campagna elettorale ha dimostrato come la politica comunale di questa città, che a guidarla ci sia il centrosinistra o il centrodestra, sia in realtà asservita agli interessi economici degli speculatori. Gli appalti delle grandi opere e la partecipazione alle aziende municipalizzate sono state le fette della torta da spartirsi una volta concluse le elezioni tra le clientele dei vincitori. Questo è un passaggio cruciale al fine di governare la città.
Al di là degli accordi fatti nella stanza dei bottoni, c’è però la quotidianità di chi vive veramente questa città e le sue problematiche.
L’emergenza abitativa si aggrava sempre di più sotto i colpi della crisi, nel frattempo le istituzioni preposte (Ufficio casa e Ater) sono incapaci di affrontarla (le graduarorie d’assegnazione delle case ERP sono bloccate dal 2012) ed anzi contribuiscono ad amplificarla, ad esempio con la messa in vendita degli alloggi Ater. I dati sugli sfratti sono allarmanti, nel 2014 arriveranno a più di 1000, con un aumento del 8% rispetto al 2013, di cui la quasi totalità sono per morosità, a fronte di più di 10.000 case sfitte nel solo
comune di Padova.
La precarietà delle condizioni di lavoro entra a gamba tesa nella quotidianità di sempre più persone, che si vedono di fronte un presente e un futuro fatti di cassaintegrazione, lavori a tempo determinato o a chiamata, lavori in nero quasi sempre sotto pagati fino ad arrivare alla totale mancanza di lavoro.
Mentre il centro città viene agghindato come una vetrina, i nostri quartieri sono sempre più soggetti alle politiche di “riqualificazione”, che svendono il territorio alle imprese di costruzione e permettono l’inizio del processo della gentrificazione, mediante l’innalzamento del costo della vita e la chiusura di spazi di aggregazione sociale con il fine di espellere gli abitanti dai quartieri popolari verso una nuova periferia.
Il quartiere Portello rappresenta un esempio di come queste politiche siano già in atto: con il recente sgombero della Mensa Marzolo Occupata, gli studenti e gli abitanti del quartiere sono stati privati di uno spazio di socialità sana e di aggregazione popolare, strappato al degrado.
I problemi però rimangono: dall’allagamento di intere zone alla prima pioggia alla manutenzione delle case popolari, dagli edifici abbandonati lasciati al degrado fino agli insufficienti e sempre più costosi trasporti pubblici nella viabilità.
La sola politica che è stata portata avanti dentro i quartieri è stata quella di pompare e amplificare l’allarme sociale attorno alla tematica della sicurezza, che ha portato alla militarizzazione delle strade, all’aumento delle telecamere, a retate di stampo xenofobo e alla criminalizzazione della povertà e della marginalità.
Se la politica istituzionale non intende risolvere questi problemi o anzi intende aggravarli, speculandoci sopra, dobbiamo iniziare a prendere in mano la gestione politica delle nostre vite e di questa città, autorganizzandoci senza delegare il nostro destino, difendendo i nostri diritti e riprendendoci quello di cui abbiamo bisogno. Solo se saremo uniti, al di là delle nostre differenze specifiche, e solidali gli uni con gli altri potremo riuscire, con la lotta, ad ottenere delle conquiste.
NO ALLE PRIVATIZZAZIONI E ALL’UTILIZZO DI SOLDI PUBBLICI PER LE GRANDI OPERE (OSPEDALE, AUDITORIUM, TRAM, CAVALCAVIA, CENTRO CONGRESSI)
SI ALLA DESTINAZIONE DEI FONDI PUBBLICI PER RILANCIARE L’EDILIZIA POPOLARE, L’ISTRUZIONE (ASILI NIDO), RAFFORZARE I TRASPORTI, RICONSEGNARE ALLA COLLETTIVITA’ EDIFICI PUBBLICI DISMESSI
NO ALLA CEMENTIFICAZIONE DELLE AREE VERDI, LA DISMISSIONE DEI SERVIZI E DEGLI ENTI PUBBLICI, L’INVIO “RIQUALIFICATORIO” DEI MILITARI E L’ACQUISTO DI TELECAMERE
SI AGLI SPAZI AUTOGESTITI DI AGGREGAZIONE POPOLARE E DI SOCIALITA’, ALLA SOLIDARIETA’, ALLA COOPERAZIONE E AL MUTUO SOCCORSO TRA COMUNITA’
LA VERA SICUREZZA E’ GARANTIRE I DIRITTI E LA LIBERTA’ A TUTTI E TUTTE
Comitato di lotta per la casa – Marzolo occupata – Infospazio Chinatown