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🚩 É uscito il nuovo numero della rivista Antitesi! 🚩

IL NEMICO È IN CASA NOSTRA!

👉 Leggi la presentazione del n. 18 della rivista sul nostro sito:
https://antitesirivista.org/antitesi-18/
🔎 Leggi l'editoriale sul nostro sito:
https://antitesirivista.org/editoriale/il-nemico-e-in-casa-nostra/


🔥 Scrivici per ordinare la tua copia, o vieni nei nostri punti di distribuzione:
📍Bergamo - Associazione di amicizia Bergamo - Palestina, via Marzanica 33
📍Catania - Comitato di Solidarietà Popolare Graziella Giuffrida, Via Vittorio Emanuele 436
📍Firenze - Spazio Autogestito D5, Polo di Novoli
📍Mestre - Tuttinpiedi, Piazzetta Canova 1
📍Milano - Revdar, Via Quinto Romano 17
📍Padova - Biblioteca Stella Rossa, Galleria Ognissanti 8
📍Sesto San Giovanni - Spazio Magenta, Via Magenta 117
📍Udine - Spazio autogestito, via dei Rubeis 43

Potete trovare la Rivista e molti altri materiali anche a Trieste, Genova, Torino, Roma, Vicenza e Bologna scrivendo ad antitesi@inventati.org

Antitesi - Organizzazione comunista
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L'ASSALTO AL CIELO - Una serie di podcast sulle lotte Rivoluzionarie degli anni '70

📻 Ep.4 - IL FILO ROSSO: DAGLI ANNI '70 AD OGGI

👉 Ascolta il podcast: https://radiazione.org/podcast/pedro-vive-nella-prospettiva-rivoluzionaria-1985-2025/#pt.4
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🚩 SÌ AI 5 REFERENDUM, MA NON BASTA:
L’UNICA STRADA È LA LOTTA! 🚩

L’8 e il 9 giugno si terranno i Referendum. Il voto prevede cinque quesiti abrogativi, quattro riguardanti la tematica del lavoro e uno sulla cittadinanza. Nello specifico i referendum vanno ad abrogare parti di leggi in vigore così da renderle inefficaci o riportarle alla scrittura precedente.
Quelle sul lavoro riguardano:
- le disposizioni sui licenziamenti illegittimi con l’effetto di reintrodurre le tutele dell’art. 18;
- un'estensione delle indennità per licenziamenti illegittimi nelle aziende al di sotto dei 15 dipendenti;
- la reintroduzione di limiti nell’uso dei contratti a termine;
- l’abrogazione delle norme che deresponsabilizzano le aziende appaltatrici in materia di sicurezza sul lavoro.
Il referendum sulla cittadinanza invece prevede il dimezzamento da 10 a 5 anni della residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza.
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🔎 I quesiti referendari sono tutti su tematiche di classe, questioni materiali che riguardano i lavoratori e i proletari, che entrano nel merito delle loro condizioni di vita, di ricattabilità, di sicurezza sul lavoro e di precariato.
L’esito di questo referendum quindi o andrà a beneficio delle masse popolari o della classe dominante, per questo, è giusto votare e votare SÌ a tutti i quesiti.

🚩 Ma attenzione: votare non basta.
I diritti non sono mai stati conquistati solo con il voto. La storia lo dimostra: lo statuto dei lavoratori e l’articolo 18, il diritto al divorzio e all’aborto sono arrivati dopo anni di lotte e mobilitazioni. Le vittorie passate, come le più recenti votazioni su acqua e servizi pubblici e la vittoria del “no” al referendum sulla riforma costituzionale, promossa dal governo Renzi, testimoniano ancora una volta che senza la mobilitazione popolare non si arriva al risultato.
Oggi come ieri, la lotta di classe è l’unica strada per difendere i nostri diritti e conquistarne di nuovi.
Che si vinca o si perda, per noi la via è una sola: lottare.

Nel nostro paese, per resistere allo stato di guerra, alla crisi industriale, ai licenziamenti e alla crescente repressione, gli esempi da seguire sono i lavoratori di Amazon in lotta per un contratto migliore, i portuali che ormai da anni bloccano le navi che trasportano armi, come i lavoratori precari dell’università che si mobilitano da mesi per i loro diritti e contro la guerra nel mondo accademico.
🔴 Anche i metalmeccanici in lotta per il rinnovo del Ccnl ci segnano la via, in gioco c’è molto più di un contratto: i padroni vogliono testare la resistenza che la classe operaia è in grado di organizzare, tutto in vista di una possibile guerra. Probabilmente i padroni insieme ai loro scagnozzi del governo aspettano proprio il dopo referendum per attaccare frontalmente i lavoratori contando sul fatto che non si raggiunga il quorum per ribadire chi comanda.
Per questo, non può essere un semplice voto a farci smettere di resistere davanti agli attacchi odierni e futuri, anzi è nostro compito rilanciare le lotte e con ancor più forza organizzare la resistenza per tornare a vincere.

Se si perde, si dovrà ribaltare il risultato mobilitandoci.
Se si vince, si dovranno comunque difendere i diritti acquisiti con le unghie e con i denti.

🚩 Voteremo SÌ, ma con la consapevolezza che non basta.
L’UNICA PROSPETTIVA È ORGANIZZARSI CONTRO QUESTO SISTEMA IN CRISI PER POTER REALMENTE VINCERE! 🚩

Antitesi - Organizzazione Comunista

👉https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/si-ai-5-referendum-ma-non-basta-lunica-strada-e-la-lotta/
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🚩 È caduto un rivoluzionario, ne nasceranno altri cento!

Il 21 maggio scorso, nelle foreste di Abhujmad, nello Stato di Chhattisgrah, in India, il compagno Basavaraju (Nambala Keshava Rao), segretario generale del Partito Comunista dell’India (maoista) è caduto, assieme ad altri ventisei combattenti rivoluzionari, per mano delle forze del regime di Nuova Dehli. Le classi dominanti indiane stanno cantando vittoria, celebrando l’assassinio del “più pericoloso terrorista maoista” del paese, confermando così il valore di un eccezionale dirigente comunista, imprendibile da più di quarant’anni dalle forze reazionarie, rivoluzionario di prim’ordine nelle file del Partito, di cui divenne segretario generale nel 2018, caduto a settant’anni fianco a fianco a decine di altri eroici compagni.
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🔎 L’operazione stragista che ha portato al martirio di Basavaraju è avvenuta nell’ambito della campagna Kagaar, lanciata dal governo Modi nel tentativo di annientare la guerra popolare guidata dal Pci (m) e condotta dall’Esercito Guerrigliero di Liberazione Popolare. Una campagna basata sul terrorismo di massa e supportata dalle forze dell’imperialismo statunitense e del sionismo “israeliano”. Si tratta di una nuova fase della guerra controinsurrezionale condotta dalle classi dominanti indiane, nel vano tentativo di pacificare il fronte interno. Ciò avviene mentre, sul fronte internazionale, esse dimostrano la loro natura guerrafondaia ed espansionista, scontrandosi militarmente, negli ultimi anni, prima con la Cina e recentemente con il Pakistan, allineandosi con gli Usa di Trump e collaborando a tutti i livelli con il regime genocida sionista. Un quadro reazionario nel quale si collocano anche gli interessi dell’imperialismo italiano, come dimostra la firma tra Modi e Meloni dell’accordo di collaborazione strategica per il quinquennio 2025-2029 e il progetto del corridoio Imec o “via del Cotone”, alternativo alla “via della Seta” cinese.

🚩 Porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai compagni e alle masse popolari indiane, sicuri che dal sangue di Basavaraju la guerra popolare fiorirà ancora più forte, resistendo alla controrivoluzione fascista ed annientandola assieme al marcio regime di cui è espressione. Da parte nostra, continueremo a lottare per l’organizzazione e la causa rivoluzionaria qui nel nostro paese, puntando ad applicare creativamente il patrimonio del movimento comunista internazionale, con il grande contributo del maoismo indiano, della sua straordinaria storia e preziosa elaborazione politica, dalla rivolta di Naxalbari del 1967 ad oggi. Solo la lotta strenua di ogni reparto del movimento comunista contro il sistema imperialista e contro la propria sezione di borghesia dominante può ricostruire l’internazionalismo proletario.

🚩 Onore al compagno Basavaraju e a tutti i martiri della rivoluzione indiana!
Prendiamo esempio dai compagni indiani e dai reparti più avanzati del movimento comunista!
Pratichiamo l’internazionalismo lottando contro la nostra classe dominante!

Antitesi – Organizzazione Comunista

👉 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/e-caduto-un-rivoluzionario-ne-nasceranno-altri-cento/
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🚩 Solo la lotta può cambiare l'esistente.
Onore a chi ha combattuto per la libertà e chi ancora combatte per costruire un mondo migliore: senza più classi, guerre e sfruttamento.

Dalla Palestina all'Italia, dal 1945 al 2025, un solo grido: Rivoluzione! 🚩

Antitesi - Organizzazione Comunista
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🚩 SÌ AI 5 REFERENDUM, MA NON BASTA:
L’UNICA STRADA È LA LOTTA! 🚩

L’8 e il 9 giugno si terranno i Referendum. Il voto prevede cinque quesiti abrogativi, quattro riguardanti la tematica del lavoro e uno sulla cittadinanza. Nello specifico i referendum vanno ad abrogare parti di leggi in vigore così da renderle inefficaci o riportarle alla scrittura precedente.
Quelle sul lavoro riguardano:
- le disposizioni sui licenziamenti illegittimi con l’effetto di reintrodurre le tutele dell’art. 18;
- un'estensione delle indennità per licenziamenti illegittimi nelle aziende al di sotto dei 15 dipendenti;
- la reintroduzione di limiti nell’uso dei contratti a termine;
- l’abrogazione delle norme che deresponsabilizzano le aziende appaltatrici in materia di sicurezza sul lavoro.
Il referendum sulla cittadinanza invece prevede il dimezzamento da 10 a 5 anni della residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza.
🔎 I quesiti referendari sono tutti su tematiche di classe, questioni materiali che riguardano i lavoratori e i proletari, che entrano nel merito delle loro condizioni di vita, di ricattabilità, di sicurezza sul lavoro e di precariato.
L’esito di questo referendum quindi o andrà a beneficio delle masse popolari o della classe dominante, per questo, è giusto votare e votare SÌ a tutti i quesiti.

🚩 Ma attenzione: votare non basta.
I diritti non sono mai stati conquistati solo con il voto. La storia lo dimostra: lo statuto dei lavoratori e l’articolo 18, il diritto al divorzio e all’aborto sono arrivati dopo anni di lotte e mobilitazioni. Le vittorie passate, come le più recenti votazioni su acqua e servizi pubblici e la vittoria del “no” al referendum sulla riforma costituzionale, promossa dal governo Renzi, testimoniano ancora una volta che senza la mobilitazione popolare non si arriva al risultato.
Oggi come ieri, la lotta di classe è l’unica strada per difendere i nostri diritti e conquistarne di nuovi.
Che si vinca o si perda, per noi la via è una sola: lottare.

Nel nostro paese, per resistere allo stato di guerra, alla crisi industriale, ai licenziamenti e alla crescente repressione, gli esempi da seguire sono i lavoratori di Amazon in lotta per un contratto migliore, i portuali che ormai da anni bloccano le navi che trasportano armi, come i lavoratori precari dell’università che si mobilitano da mesi per i loro diritti e contro la guerra nel mondo accademico.
🔴 Anche i metalmeccanici in lotta per il rinnovo del Ccnl ci segnano la via, in gioco c’è molto più di un contratto: i padroni vogliono testare la resistenza che la classe operaia è in grado di organizzare, tutto in vista di una possibile guerra. Probabilmente i padroni insieme ai loro scagnozzi del governo aspettano proprio il dopo referendum per attaccare frontalmente i lavoratori contando sul fatto che non si raggiunga il quorum per ribadire chi comanda.
Per questo, non può essere un semplice voto a farci smettere di resistere davanti agli attacchi odierni e futuri, anzi è nostro compito rilanciare le lotte e con ancor più forza organizzare la resistenza per tornare a vincere.

Se si perde, si dovrà ribaltare il risultato mobilitandoci.
Se si vince, si dovranno comunque difendere i diritti acquisiti con le unghie e con i denti.

🚩 Voteremo SÌ, ma con la consapevolezza che non basta.
L’UNICA PROSPETTIVA È ORGANIZZARSI CONTRO QUESTO SISTEMA IN CRISI PER POTER REALMENTE VINCERE! 🚩

Antitesi - Organizzazione Comunista

👉https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/si-ai-5-referendum-ma-non-basta-lunica-strada-e-la-lotta/
Ai microfoni di questa seconda puntata di "Non ci avrete mai come volete voi" due lavoratori precari della scuola, nello specifico parte del personale ATA, che ci racconteranno la loro lotta contro la chiusura del Convitto Magarotto a Padova.
Podcast a cura di ALPS – Assemblea Lavoratori Precari e Sfruttati - pt.2 - mercoledì 28/05/2025
https://radiazione.org/rubriche-e-speciali/non-ci-avrete-mai-come-volete-voi-pt-2/
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🚩 L'UNICA STRADA È LA LOTTA!

L'esito negativo dei referendum su lavoro e cittadinanza dell'8 e 9 giugno scorsi, dettato dal mancato raggiungimento dei quorum, ci porta a fare alcune riflessioni.

Partiamo dalla considerazione che anche se si fosse raggiunto il quorum e la vittoria dei Sì, questo non avrebbe assicurato un consolidamento delle conquiste delle lavoratrici e dei lavoratori. In questo sistema basato sullo sfruttamento, l'unica strada per difenderci e difendere i nostri diritti è la lotta di classe, i rapporti di forza che mettiamo in campo contro i piani dei padroni.
Ad ogni modo però, la vittoria nei referendum avrebbe rappresentato un beneficio nelle condizioni di vita e di lavoro delle masse ed una posizione più forte della nostra classe nella lotta contro padroni e governo.
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La sconfitta referendaria invece cristallizza l'arretramento della classe e della lotta contro i padroni che, con i loro servi al governo, si sentiranno più forti e legittimati nell’attaccare le nostre condizioni di lavoro e di vita. Condizioni che attaccano per imporre i loro piani di lacrime e sangue sulle masse popolari, tanto più in questa situazione di sviluppo del militarismo e della tendenza alla guerra dispiegata su più fronti.

Padroni e governo hanno bisogno di una classe lavoratrice sempre più debole ed ubbidiente (volente o nolente) per portare avanti i piani di aumento delle spese militari (che hanno ormai raggiunto i 32 miliardi di euro all'anno) e di riarmo potenziati a livello europeo. Tutto a danno delle spese sociali per sanità, istruzione e servizi.

🔎 Sulla sconfitta dei referendum ha pesato prima di tutto il fatto che le stesse burocrazie sindacali-confederali e le forze politiche che li hanno sponsorizzati (Pd in testa) non sono credibili agli occhi delle masse popolari. Sono le forze responsabili dell'entrata in vigore del jobs act, che ha abolito di fatto l'articolo 18 e la difesa che questo prevedeva contro i licenziamenti ingiusti, dando così mano libera ai padroni nei rapporti di lavoro. Sono le forze che hanno sostenuto, attivamente o passivamente, le misure del governo Renzi e ancor prima quelle del governo Monti, fautore della legge Fornero sulle pensioni. Queste forze hanno tentato, attraverso il referendum, un'operazione di recupero del consenso tra le masse dei lavoratori, cercando di ricostruirsi una verginità fuori tempo massimo. L'operazione referendaria, che ha mobilitato più di 14 milioni di voti, vorrebbe costruire la base di massa di un “campo largo” che funzioni da opzione politica alternativa al governo attuale.

Inoltre, sulla sconfitta ha pesato anche la propaganda razzista delle forze reazionarie che hanno attaccato il contenuto del quesito sulla cittadinanza, declinato non come questione di classe ma in salsa diritto-umanista.

Il risultato referendario dimostra ancora una volta come le lavoratrici ed i lavoratori debbano lottare in maniera più determinata e autonoma dalle proprie burocrazie sindacali e dalle direzioni politiche riformiste. Ora la lotta deve continuare nelle mani della classe lavoratrice, per resistere alle politiche di austerità e dello Stato di guerra, per difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro. E le occasioni e gli esempi da seguire non mancano!

🚩 Da anni le lotte dei lavoratori portuali, soprattutto genovesi, bloccano i trasporti di armi e in particolar modo gli spostamenti di armi verso l'Ucraina e verso l'entità sionista genocida della popolazione palestinese.

Una nuova occasione sarà la lotta nel settore metalmeccanico per il rinnovo del contratto: i padroni di Federmeccanica e Assistal hanno imposto la chiusura del tavolo di trattativa e i lavoratori metalmeccanici sono chiamati a rispondere e mobilitarsi con lo sciopero di otto ore di venerdì 20 giugno.

E, sempre il 20 giugno, altra occasione per rilanciare la lotta è lo sciopero generale indetto da alcuni sindacati di base contro l'economia di guerra e le spese militari.

🚩 La sconfitta del referendum non deve generare sfiducia e arretramento, bensì la consapevolezza che dobbiamo accumulare rapporti di forza più favorevoli e incisivi, che la lotta è l'unica via da perseguire, che nella resistenza contro i padroni, contro lo Stato e l'economia di guerra possiamo crescere e avanzare nella lunga marcia per buttare giù questo sistema di fame e sfruttamento!

Organizziamoci contro padroni e Stato di guerra!
Resistere per vincere!

Antitesi - Organizzazione Comunista

👉  https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/lunica-strada-e-la-lotta/
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⚠️ UN SALTO NEL BUIO ‼️

L'intervento diretto Usa, dopo 9 giorni di guerra tra Israele e Iran, costituisce un salto di qualità nel conflitto e segna un nuovo tornante della spirale che sta trascinando il mondo nella catastrofe della terza guerra mondiale.


La sconfitta di Israele è una condizione inaccettabile per gli imperialisti Usa e occidentali e per evitarla non si fanno riguardo a esasperare un'escalation che può trascinare l'intero Medioriente in un conflitto di scala regionale: sono costretti a scendere direttamente in campo.
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Per l'oligarchia finanziaria occidentale è una questione di vita o di morte. La crisi delle loro formazioni avanzate si è aggravata: incombono i crolli finanziari e la guerra trumpiana dei dazi si è rivelata fallimentare.

La scelta fatta dalla borghesia imperialista occidentale, anche da quella del nostro paese, del keynesismo militare per fare fronte alla crisi strutturale con lo sviluppo dei complessi militarindustriali ha bisogno di guerre vittoriose.

Per questo la classe criminale dell'oligarchia finanziaria occidentale è il vero fautore della guerra e il principale nemico delle classi, dei popoli oppressi e dell'intera umanità. Al di là del pretesto del nucleare iraniano e del ventilato cambio di regime in Iran, il vero obiettivo della guerra è la distruzione dell'Iran come potenza industriale, come elemento di indebolimento dell'intero campo delle potenze emergenti.

🚩 Da parte nostra siamo risolutamente per la sconfitta del nostro imperialismo e del suo sistema di alleanze, dell'imperialismo Usa e del colonialismo sionista. Solo la sconfitta di questi guerrafondai porterà sollievo ai popoli e alle classi oppresse e rafforzerà la prospettiva della rivoluzione proletaria, unica e vera soluzione contro la putrefazione del sistema imperialista.

Alle classi e ai popoli oppressi spetta il compito di mobilitarsi e resistere contro la guerra imperialista. Ai comunisti quello di tracciare la via rivoluzionaria dell'abbattimento del sistema dello sfruttamento, dell'oppressione e della guerra.

Morte all'imperialismo – Libertà ai popoli!
Contro la guerra imperialista organizzarsi per la rivoluzione!

🚩 Leggi il comunicato completo sul nostro sito: https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/un-salto-nel-buio/

Antitesi - Organizzazione Comunista
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🚩 Con rabbia e determinazione, fino alla rivoluzione! 🚩

“Donna, vita, libertà” è lo slogan con cui Netanyahu ha chiuso il suo discorso di presentazione dell’operazione “il leone nascente”. L’attacco sionista contro l’Iran ha provocato, ad oggi, circa 600 morti tra cui comandanti e generali, oltre che moltissimi civili, come la giovane poetessa Parma Abassi.
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👉 Questo slogan non è nuovo, anzi: molti ricorderanno la sua genesi nel 2022 quando sembrò che tutto il mondo imperialista occidentale (cieco ai continui abusi sulle palestinesi perpetrati dagli occupanti sionisti) dovesse mobilitarsi militarmente per “salvare” le donne curde iraniane dall’imposizione del velo. É innegabile la loro oppressione sotto il regime dell’Ayatollah, ma di certo non sarà l’imperialismo a risolvere questa contraddizione.

Per la cultura patriarcale è impossibile pensare che noi donne possiamo essere in grado di decidere per noi stesse, di pensare o di agire in autonomia su questioni religiose o politiche. Gentili, sottomesse, nonviolente e inclini al sacrificio: le compagini reazionarie ci hanno dipinte così per secoli, indifferenti al protagonismo che abbiamo dimostrato più e più volte nelle lotte di liberazione delle terre che abitavamo e delle persone che le abitavano con noi, inculcandoci una narrazione di femminilità funzionale al mantenimento del loro giardino dorato, al rafforzamento della loro egemonia di classe. L’obiettivo è controllare socialmente e politicamente una grossa fetta di popolazione, non solo per dominarla tutta, ma per impedirle di porsi in ottica rivoluzionaria.

🚩 Dobbiamo liberarci dell’immagine della “donzella in pericolo che necessita di essere salvata” e sottrarre al nemico di classe un’arma molto potente per promuovere i propri scopi bellici di espansione e conquista di terre ricche di materie prime.

Gli Stati Uniti hanno dimostrato di saper usare bene quest’arma, in Iraq come in Afghanistan, nelle loro “guerre democratiche” veicolo di diritti e libertà (che hanno ottenuto puntualmente il peggioramento delle condizioni di vita delle donne e delle persone queer nei paesi colpiti), insegnando al bravo cane da guardia sionista che ora cerca di applicare la lezione.

🔎 Vediamo come “Donne, Vita, Libertà” sia utilizzato per invitare la popolazione a sollevarsi contro il governo in un plateale tentativo regime-change favorevole agli interessi del blocco NATO, tra i quali spezzare l’Asse della Resistenza. L’utilizzo dell’immagine della donna da salvare dalla sua cultura e dal suo governo diventa quindi tattico per perseguire l’obiettivo. È per questo profondo e indissolubile legame tra patriarcato e imperialismo che non si potrà mai abbattere il primo senza una lotta di classe che punti ad abbattere il secondo, per rivoluzionare interamente la società e il suo impianto socio-economico.

Attualmente in Italia l’aumento di produzione bellica e il riarmo significano ingenti tagli alla salute, all’istruzione, all’assistenza, con pesanti ricadute sulle spalle delle proletarie, che per questo sono e saranno sempre in prima fila nella lotta contro la guerra.
Impariamo quindi la lezione che arriva da tutte quelle donne indomite e rivoluzionarie che hanno trovato la via per la propria emancipazione proprio all’interno della lotta di classe e la lotta contro l’imperialismo.
Impariamo la lezione dalle compagne palestinesi: possiamo liberarci da sole, per ironia della sorte proprio da chi dice di volerci trarre in salvo!

🚩 Chi strumentalizza la nostra storia, la nostra determinazione di combattenti e rivoluzionarie. Chi strumentalizza le nostre lotte e le nostre rivendicazioni per i propri scopi. Chi si frappone tra noi e la nostra libertà verrà trattato come quello che è: un nemico da abbattere.

🚩 Lottiamo e resistiamo oggi per vincere domani.

Antitesi – Organizzazione Comunista

👉https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/con-rabbia-e-determinazione-fino-alla-rivoluzione/
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🚩 Note a freddo sullo sciopero del 20 giugno

Venerdì 20 giugno la classe operaia, ancora una volta, ha segnato la strada da seguire: quasi 10 mila metalmeccanici a Bologna hanno bloccato in corteo la tangenziale per 4km, sfidando il divieto della questura e il nuovo decreto sicurezza. La questura di Bologna ha prima minacciato maldestramente di denunciare ogni partecipante per poi rimettere la cosa alla Procura e quindi direttamente a Piantedosi. Lo sciopero ha violato il nuovo decreto, mettendo in discussione quello per cui è stato concepito in questa fase di guerra: reprimere lavoratori e lavoratrici che si mobilitano contro sfruttamento e repressione. Non a caso il governo ha cercato subito di correre ai ripari convocano padroni e sindacati il giorno dopo per favorire la riapertura della trattativa. Per il governo il problema è politico, ovvero cercare di evitare che la classe operaia scenda in campo, addirittura violando apertamente il decreto sicurezza e le misure repressive che dovrebbero spaventarla.
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La lotta dei metalmeccanici è centrale nella lotta contro la guerra imperialista, Federmeccanica ed il padronato non vogliono cedere neanche una briciola sul rinnovo del contratto nazionale perché la crisi del settore è forte ed è l’unico comparto che è riuscito parzialmente a recuperare la perdita di potere d’acquistino questi anni. Per i padroni non cedere agli aumenti per i metalmeccanici significa portare a casa un risultato di carattere generale, significa piegare uno dei settori più combattivi. Inoltre, nella tendenza alla guerra nella quale stiamo precipitando il comparto è centrale in una riorganizzazione militare delle industrie e della società tutta. In questa chiave intendiamo centrale questa lotta perché se da un lato settori di classe avanzati come quello portuale mettono in campo dei blocchi verso le compagnie navali che portano armi ad Israele o in Yemen, dall’altro gli operai metalmeccanici alzano la testa per contrastare il tentativo padronale di non convocare nemmeno ai tavoli i sindacati più grandi del paese e arretrare nelle condizioni contrattuali dei lavoratori.

Solo grazie alla determinazione della classe operaia, arrivata a 40 ore di sciopero nel comparto metalmeccanico, il tavolo di trattativa è stato riaperto, ma la partita è ancora tutta da giocare.

🔎 Allo sciopero di categoria per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici si è affiancata la chiamata dello sciopero generale lanciata dai sindacati di base, che hanno visto mobilitare lavoratori e lavoratrici di diverse categorie in tutta Italia.

In seguito alla sconfitta del referendum la presenza massiccia di operai a Bologna e nel resto d’Italia ha ribadito che l’unica via per difendere e conquistare nuovi diritti è la lotta, è necessario organizzarsi nei posti di lavoro e rimettere al centro il protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, al di là delle sigle sindacali. Il 20 giugno è stata una grande giornata di mobilitazione e un punto di inizio per la contrattazione metalmeccanica, che con determinazione, di fronte al nemico, non fa un passo indietro.

🚩 La partita non è vinta, ma la determinazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici ha dimostrato che non siamo disposti a subire le decisioni di chi ci vuole solo sfruttare e reprimere.

🚩 Al fianco dei lavoratori in lotta, continuiamo a lottare contro chi produce miseria, guerra e sfruttamento!

Antitesi – Organizzazione Comunista

👉 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/note-a-freddo-sullo-sciopero-del-20-giugno/
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🚩 Nonostante truffe, scontri, arresti e processi, la lotta dei disoccupati continua!

Nella giornata di giovedì, centinaia di disoccupati organizzati sono scesi in piazza a Napoli, per pretendere l’effettività e la trasparenza della procedura del “click-day” per l’iscrizione a bando, che doveva essere un traguardo e invece si è rivelata l’ennesima truffa.
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Contro questa lotta irriducibile, lo Stato ha risposto con cariche della polizia, 2 arresti e relativi processi per direttissima; ma questo non ferma la lotta, e anche ieri Napoli è scesa in piazza.
Se in tempo di “pace” lo Stato usa il bastone e la carota, oggi che è tempo di guerra usa solo il bastone: se le masse popolari non si sottomettono ai sacrifici e alla ideologia guerrafondaia imposta dalla classe dominante, vanno usate le maniere forti e messi in campo polizia e tribunali.

Nello stato di guerra in cui siamo, ai disoccupati si vuole imporre l’alternativa secca fra miseria e arruolamento, ai lavoratori la sottomissione e l’azzeramento dei diritti: da Bologna a Napoli, il movimento di massa rompe questa equazione, scendendo in piazza e sfidando divieti e manganelli, rispedendo le intimidazioni al mittente.

Questi sono gli esempi da cui partire, fuori dalla lotta non c’è forza né salvezza.

Massima solidarietà ad Angelo e Mimì, a tutte le disoccupate e i disoccupati in lotta per il lavoro.

🚩 Resistere per vincere!

Antitesi – Organizzazione Comunista
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