Verona caput fasci

VERONA CAPUTdi Elena Vanni e Elio Germano
Con Elena Vanni e Gianni Stoppelli

Come nasce Verona caput fasci ?

 

Il 27 maggio 2008 gli studenti dell’Università La Sapienza di Roma, impediscono lo svolgimento di una conferenza di Roberto Fiore sul tema delle foibe, prevista nelle aule dell’ Università.

Qualche giorno dopo, attaccando dei manifesti che rivendicano questa decisone, vengono aggrediti e picchiati da un gruppetto di fascisti di Forza nuova. Nei giorni successivi, larga parte della stampa e la questura, cercano di trasformare un’aggressione squadrista nella solita rissa tra opposti estremismi.

Per rispondere a questi eventi di violenza, nasce la serata Anomalia Sapienza, la verità non si arresta

Una serata di mobilitazione, dibattito e festa per raccogliere fondi per Emiliano, uno dei ragazzi della Sapienza, ferito durante gli scontri, finito poi agli arresti domiciliari per ben 2 mesi.

In questo contesto nasce “Verona caput fasci”, una performance breve, semplice e diretta. Nata per dire no a tutti i fatti di violenza e di fascismo che stanno accadendo intorno a noi. Per resistere insieme a molte altre persone e dire a gran voce: “Ci siamo, e non staremo zitti”.

 

Di che cosa parla “Verona caput fasci”

Strasburgo 8 febbraio 1994, Claudia Roth parlamentare dei Verdi propone la risoluzione sulle parità di diritti per gli omosessuali nella comunità. La risoluzione viene approvata dal Parlamento Europeo. Claudia Roth verrà scomunicata da Papa Carol Woityla.

Il consiglio comunale di Verona, unico comune in Europa, il 14 luglio del 1995 approva la Mozione sulla famiglia che rigettava la Risoluzione di Strasburgo dichiarando l’omosessualità contro natura.

Lo spettacolo racconta il consiglio comunale, le proteste del circolo pink e di una piccola, ma attiva parte della cittadinanza, davanti a questa decisione.

Perché Verona?

Abbiamo scelto di parlare di un evento radicato nel Veneto degli anni novanta, per sottolineare l’esistenza di un progetto politico preciso, che fa della regione, e non è la prima volta nella storia repubblicana, una specie di grande laboratorio dell’eversione di destra

Per questo, lo spettacolo è dedicato a Nicola Tommasoli, un ragazzo di 28 anni, che ha pagato con la vita, le conseguenze del radicamento di una mentalità violenta, fascista, razzista e omofoba.

Una mentalità che non ha nessun rispetto per la persona, che seguendo la parabola della Verona degli anni 90, si connette tramite un filo mai spezzato alla nostra condizione odierna, ai fatti dell’Università La Sapienza, ai fatti di Piazza Navona, e purtoppo a tanti altri ancora.

 

 

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