Padova: La supertruffa del “residence parco iris”

Con la testimonianza diretta di Stefania, un’inquilina del residence parco iris oggi sotto sfratto, parliamo dettagliatamente della costruzione di queste case e della speculazione che è stata condotta negli anni sia sulla costruzione che sulla gestione di questi immobili.

Partiamo dal 2004, quando una delibera comunale (giunta Destro) rende l’area compresa tra via via Forcellini, via Gerardo, via Canestrini ed il Parco Iris, destinata alla costruzione per l’edilizia residenziale pubblica. Nel 2008 un intervento finanziato dalla Regione Veneto (contributo a fondo perduto di 2 milioni di euro per i costruttori / cooperative edilizie) ha permesso a ditte affiliate a Comunione e Liberazione (la così detta Lobby di Dio) di realizzare il “Residence Parco Iris”: 135 appartamenti, suddivisi in 6 colorate palazzine, a canone calmierato (con soglia sotto i 40000 euro per nucleo famigliare) per 8 anni dove i conduttori dovevano rispettare i medesimi requisiti per gli alloggi convenzionati e potevano impegnarsi, previo anticipo del 10%, all’acquisto passati gli 8 anni.

Una volta entrai i primi affittuari però si sono riscontrate alcune anomalie: partendo dai canoni di locazione, che andavano da 500 euro fino a 900, ai quali si sono aggiunte le spese condominiali, che si sono riscontrate più alte del previsto per l’assenza di una manutenzione ordinaria degli stabili protratta per diversi anni. Inoltre solo dopo essere entrati negli appartamenti, gli inquilini sono venuti a conoscenza di spese condominiali aggiuntive poste sotto la voce di Supercondominio, nelle quali rientrano tra l’altro le spese di manutenzione del giardino interno (vedi foto) e dell’adiacente pista ciclabile (!). La gestione di questo Supercondominio, non è mai stata chiara e i costi ingenti della gestione ricadono interamente sulle spese condominiali, quindi sugli inquilini e non sul proprietario dell’immobile.

In aggiunta a questa situazione vi è da riportare il piano di vendita degli alloggi, iniziato già nei primi anni dopo l’inaugurazione del residence, che vede ad oggi proprietari privati, che hanno introdotto forme contrattuali diverse rispetto a quelle previste dal canone calmierato, aumentando di fatto il costo degli affitti.

 

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