Granarolo licenzia tutti. Tutti i facchini in corteo. Perché boicottare Granarolo

da Radio Black Out

I facchini della Granarolo hanno appreso la notizia del loro licenziamento dai giornali domenica mattina. Puniti “per aver scioperato e per aver rilasciato interviste lesive dell’immagine aziendale”. Avevano iniziato a scioperare dopo mesi in cui alle loro buste paga veniva tolto il 35% a causa di un non ben motivato  stato di crisi. Hanno scioperato e picchettato ai cancelli dell’azienda, hanno protestato raccontando alla stampa le condizioni del loro sfruttamento, hanno viaggiato per raggiungere e interrompere i convegni che Granarolo organizza per parlre di etica e sostenibilità.

Di fronte a tale lotta il “padrone cooperativo” ha richiesto l’intervento della Commisione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, la quale si è espressa con un’interpretazione davvero singolare in cui il latte e lo stracchino ora diventavano un bene primario per la collettività. Le limitazioni imposte allo sciopero nei servizi pubblici essenziali negherebbero di fatto  tutte le pratiche di lotta che fino ad ora i facchini hanno messo in campo nel mondo della logistica.
Come prima risposta, oltre ai picchetti ininterrotti davanti ai cancelli dell’azienda, è stata convocata, da parte di tutti i lavoratori della logistica impegnati nelle lotte di questi mesi, una manifestazione a Bologna il 1 Giugno (ritrovo ore 15 in Piazza Nettuno).

Ascolta sul sito di Radio Black Out

Qui il sito della campagna “Boicotta Granarolo”

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Perchè boicottare Granarolo?

L’azienda Granarolo fa svolgere il lavoro di carico e scarico merci dei proprii prodotti a lavoratori migranti che vengono assunti da cooperative di facchinaggio che non rispettano i diritti dei lavoratori.

I facchini del consorzio Sgb che lavorano presso i magazzini Ctl in appalto Granarolo, hanno scioperato il 29 e il 30 aprile richiedendo ai loro datori di lavoro il minimo essenziale:

  1. Regolarità nel rapporto di lavoro e nelle buste paga.. Ovvero applicazione del minimo previsto dal contratto nazionale, come ferie, tredicesima, quattordicesima, permessi, malattie, istituti che devono essere riconosciuti al lavoratore e pagati al 100%.
  2. Eliminazione della trattenuta del 35 % per “stato di crisi” dalle loro buste paga. Una trattenuta che è stata decisa in un’assemblea di soci-lavoratori a cui non tutti i facchini sono stati invitati mentre a quello presenti non veniva nemmeno spiegato cosa stesse succedendo.

Il consorzio Sgb (in appalto a Granarolo) ha volontariamente ingannato i facchini migranti che non conoscevano bene la lingua italiana facendo loro firmare una simile delibera.

Dopo anni in cui questi facchini hanno onestamente e faticosamente prestato il proprio lavoro si sono trovati ad essere ingannati e derubati dai propri datori di lavoro. Si sono quindi rivolti ad un sindacato di base, il Si.Cobas per essere assistiti.

L’azienda ha espressamente detto al sindacato che “lo stato di crisi” era stato causato dalla gestione di cooperative precedenti che avevano lasciato un grosso buco di bilancio non pagando i contributi allo Stato. Nonostante tale stato di crisi inoltre ai facchini venivano richieste ore di straordinario a dimostrazione che la crisi era solo una scusa.

Di fronte a queste palesi ingiustizie l’azienda Granarolo, madre dell’appalto non ha mai prestato attenzione ai diritti calpestati di questi lavoratori. Granarolo non ha revocato l’appalto né si è mostrata interessata a regolare la faccenda. Questo perchè alla grande multinazionale che gode di un bilancio in positivo, conviene ridurre il costo del lavoro appaltando a cooperative che sfruttano i lavoratori, permettendole di non risultare direttamente coinvolta.

Ecco perchè i lavoratori hanno deciso di esercitare il loro diritto di sciopero i giorni 29 e 30 aprile.

MA PER AVER SCIOPERATO SONO STATI PUNITI.

Tutti sospesi senza alcuna giustificazione, non è stato più permesso loro di rientrare in azienda.

Dopo aver fatto denuncia all’ispettorato del lavoro i facchini sono tornati davanti ai cancelli della loro azienda a scioperare ma a questo punto sono stati licenziati uno ad uno.

Accusati di aver interrotto il rapporto di fiducia con il proprio datore di lavoro e accusati di aver danneggiato l’immagine aziendale rilasciando dichiarazioni alla stampa che raccontavano del loro sfruttamento.

IL GRUPPO GRANAROLO si presenta come impegnato nell’affermazione del valore della sostenibilità, prefiggendosi il rispetto e la tutela dell’ambiente ma contemporaneamente permette e guadagna sullo sfruttamento dei lavoratori migranti profittando della loro ricattabilità e debolezza sul mercato del lavoro.

GRANAROLO NON PERMETTE AI FACCHINI DI SCIOPERARE NÈ DI DENUNCIARE PUBBLICAMENTE IL PROPRIO SFRUTTAMENTO. LI VUOLE O ZITTI O LICENZIATI.

SOSTENIAMO I DIRITTI DEI LAVORATORI E BOICOTTIAMO LA GRANAROLO!!!