Dalla Palestina all’Ucraina antifascista: contro le aggressioni imperialiste e sioniste, al fianco della Resistenza dei popoli

Saranno presenti:

i compagni del Fronte Palestina, con la presentazione degli
atti del Convegno di Torino “Sionismo-Antisionismo, teoria e prassi” e i compagni del Comitato catanese di solidarietà con l’Ucraina antifascista

Il 7 luglio inizia la feroce aggressione sionista contro il popolo palestinese a Gaza, passata alla cronaca come “operazione Margine Protettivo”. Tale attacco, che non è altro che la punta di un’occupazione che dura da più 65 anni, dimostra concretamente la natura genocida del regime sionista, avamposto fondamentale per gli interessi degli imperialisti occidentali, guidati dagli Usa, nell’area mediorientale. La Resistenza Palestinese, però, grazie al sostegno e alla forza delle masse popolari in tutta la Palestina, ha risposto fin da subito unita e determinata, dimostrando la debolezza dell’occupante: essa costituisce un faro per tutti coloro che lottano contro l’imperialismo e le sue guerre. Infatti mentre il fronte imperialista Usa-Ue-Israele tenta di mettere le sue mani, rese ancora più fameliche dalla crisi strutturale del sistema capitalista, su tutte le risorse, dall’altro lato la resistenza dei popoli tende a rispondere con sempre maggiore consapevolezza del livello di scontro in atto.

Così avviene anche nel Sud-Est dell’Ucraina dove le masse, organizzate nelle Repubbliche Popolari, tengono testa al governo golpista e sanguinario di Kiev, impiantato da Usa e Ue in funzione anti- russa e per porre sotto il proprio controllo le vie energetiche verso l’Europa. Infatti in questa fase di crisi, lo scontro interimperialista, portato avanti dalle vecchie potenze occidentali contro le nuove in ascesa, si intreccia sempre più frequentemente con la guerra che esse hanno dichiarato contro i popoli.

La borghesia imperialista italiana è alleata strategica del regime sionista perchè ne condivide le mire di guerra, dominio e sfruttamento partecipando da protagonista alle crociate che Usa, Ue e Israele conducono.

La Resistenza, tanto in Palestina quanto in Ucraina, ci dice che il nemico che abbiamo di fronte è lo stesso: il sistema del capitalismo imperialista, che in Palestina assume l’evidenza brutale della colonizzazione sionista e qui, nell’occidente imperialista, sfrutta le classi più ricattabili come lavoratori e studenti portando avanti politiche antipopolari, attacchi alle conquiste sociali e licenziamenti, mentre le spese militari e le missioni di guerra vengono rifinanziate governo dopo governo.

A questa guerra dichiarata dalle borghesie imperialiste contro i popoli si deve rispondere rilanciando la solidarietà internazionalista e lottando contro gli imperialisti di casa nostra.

A fronte della propaganda di guerra che imperversa sui media mainstream, come compagni di Radiazione, abbiamo cercato di contribuire all’informazione antimperialista all’interno delle rassegne, negli editoriali, e attraverso le nostre trasmissioni, in particolare Tamburi Rossi e La Striscia, appuntamento quotidiano che per settimane ha dato voce al popolo palestinese sotto l’attacco sionista, con collegamenti e interviste. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di dare voce a chi porta avanti la lotta e la solidarietà con i popoli, sia dentro che fuori dall’Italia, e a chi lotta nel proprio territorio contro gli interessi bellici degli imperialisti, come il movimento No Muos.

Ci piacerebbe, all’interno della tre giorni di Radiazione, aprire uno spazio di discussione e di confronto tra varie realtà attive contro l’imperialismo e che si sono mobilitate al fianco dei popoli.

Vi invitiamo quindi a partecipare alla tre giorni di Radiazione il 12, 13 e 14 settembre, ed in particolare al dibattito che si terrà sabato 13 settembre alle 17,00 in cui ci confronteremo sui fronti di guerra oggi aperti, per il rilancio di mobilitazioni in Italia contro la guerra imperialista, dal No Muos, alle iniziative contro la vendita di armamenti ad Israele e contro le esercitazioni militari in Sardegna, per un sostegno concreto ai popoli che resistono.

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