25 aprile: Contro il revisionismo storico, al fianco di tutte le Resistenze e le lotte di liberazione dei popoli!

25 aprile 2016: per la memoria e le Resistenze!

Contro il revisionismo storico, al fianco di tutte le Resistenze e le lotte di liberazione dei popoli!

Il 25 Aprile del 1945 con la lotta di Liberazione dal nazifascismo gran parte delle città italiane veniva liberata dal popolo in armi. Oggi i venti di guerra sono impetuosi: il fronte imperialista NATO (Usa, Ue e Israele) rappresenta il principale nemico dei popoli, mentre la straordinaria tenacia della Resistenza palestinese fa da faro alle lotte che hanno origine ovunque tali predatori mettano le loro mani.

Questa giornata ha per noi il significato di rendere vivi, nella pratica di oggi, gli insegnamenti della Resistenza partigiana: la prassi del sostegno alle resistenze dei popoli oppressi da regimi filoimperialisti o da occupazioni coloniali. Per questo nelle iniziative e nelle piazze dei partigiani non ci deve essere posto per i simboli degli oppressori, dei razzisti, dei vecchi e nuovi colonialisti, dei fascisti comunque camuffati e dei guerrafondai.

L’indegno spettacolo delle bandiere dello Stato sionista che sfilano nei cortei del 25 Aprile, usando la Brigata Ebraica come Cavallo di Troia, deve cessare!

Quelle bandiere sono le stesse riportate sugli aerei che sistematicamente bombardano selvaggiamente Gaza nel sanguinoso tentativo di piegare la Resistenza palestinese, di sterminare gli abitanti e sperimentare nuove armi di distruzione di massa. Quelle bandiere sono le stesse che sventolano sul Muro dell’Apartheid con cui i sionisti impediscono ai palestinesi di muoversi liberamente; sono quelle che svettano sugli insediamenti coloniali in Palestina; sono quelle che si vedono ai check-point delle forze occupanti e sulle divise dei carcerieri dei prigionieri politici palestinesi.

Sono le stesse portate ai cortei dalla Brigata Ebraica, storicamente composta da coloni europei di religione ebraica che si erano insediati in Palestina sotto Mandato britannico, grazie al sostegno delle potenze coloniali europee. Una brigata che ha combattuto nel mese finale della guerra, sul fronte del Senio. Ogni altra operazione che ha svolto in Italia era di supporto logistico nelle retrovie, soprattutto alle comunità ebraiche. In Italia sono circa 45.000 i partigiani italiani morti durante la Resistenza, mentre i soldati delle colonie dell’impero britannico deceduti sono oltre 40.000, di cui 41(!) caduti della Brigata Ebraica. Fatte le dovute proporzioni matematiche, si può asserire con certezza che tale brigata ha dato un contributo pressoché irrilevante nella guerra di Liberazione dal nazifascismo, contrariamente a quanto affermano i suoi apologeti. Ciò che ci sembra invece importante sottolineare è che i suoi componenti, una volta saltati sul “carro dei vincitori”, siano andati a guidare la colonizzazione della Palestina, terrorizzando la popolazione autoctona allo scopo di espellerla dalla sua terra.

Ecco perché anche quest’anno contesteremo la presenza sionista ai cortei e a tutte le iniziative convocate per la ricorrenza del 25 Aprile, senza temere l’ipocrita accusa di antisemitismo usata per tacciare chiunque sostenga la Resistenza palestinese e condanni l’operato criminale d’Israele; noi siamo contro il sionismo, ideologia reazionaria, coloniale e razzista!

Condanniamo inoltre la globalizzazione dei modelli sionisti di repressione e di controllo sociale: la condanna del “made in israel” non riguarda solo gli attivisti per la Palestina, ma chiunque si impegni nelle lotte sociali e contro gli apparati repressivi dello Stato. La presenza sionista ai cortei del 25 Aprile è indegna non solo perché tenta di ripulire pubblicamente l’immagine dello Stato sionista nascondendo la natura genocida del suo progetto coloniale, ma anche perché rappresenta una vetrina per l’esportazione del modello repressivo/oppressivo non solo delle popolazioni indigene, ma di tutti i movimenti di opposizione politica e contestazione sociale, finanche dei fenomeni migratori in Italia e nel resto del mondo.

Il sionismo cerca di introdursi nella memoria storica della lotta partigiana del nostro paese proprio per tramutare una ricorrenza di liberazione nel suo opposto, vale a dire in giustificazione dell’occupazione della Palestina, di nuove guerre e di nuove stragi, strumentalizzando quelle che i nazifascisti commisero contro le popolazioni europee di religione ebraica.

Lo fa grazie ad un lavoro di revisionismo storico, che da anni marcia in una direzione ben precisa, anticomunista e antiproletaria, infettando tutti i gangli della società partendo dalla scuola, dove sapienti riforme hanno riscritto la memoria consegnando agli studenti una Storia preconfezionata, dove le vittime sono sullo stesso piano dei carnefici, dove i partigiani sono indicati come la causa delle ritorsioni di fascisti e nazisti perché li combattevano, dove sugli atlanti geografici i confini di un tempo sono spariti e dove la capitale dello Stato colonialista d’Israele è illecitamente indicata in Gerusalemme.

Una dinamica politica che è coincisa con la vergognosa riabilitazione dei criminali nazifascisti, i cosiddetti “bravi ragazzi di Salò” secondo la nuova definizione coniata dal revisionismo del Pds-Ds-Pd, o come i presunti “martiri delle foibe”, nelle menzogne propagandate sulle vicende del confine orientale.

La distruzione della memoria della lotta partigiana comunista e contro il nazifascismo, la sua sostituzione con la retorica nazionalista della “pacificazione” tra fascismo e antifascismo e con l’egemonismo sionista (funzionali a mistificare la Storia per giustificare l’occupazione della Palestina e tutte le guerre di aggressione imperialista in cui è coinvolto, con uomini e mezzi, lo Stato italiano) sono un attacco a tutti gli antifascisti e antifasciste, i lavoratori, i proletari e gli sfruttati dal sistema capitalista.

La via della liberazione dal nazifascismo che i partigiani intrapresero allora è uno degli esempi più forti di riscatto politico e sociale delle classi sociali oppresse nella storia del nostro paese. Attaccando quella storia – la nostra storia – il regime pseudo-democratico di oggi vuole attaccare la prospettiva stessa di riscatto, vuole privarci degli strumenti per trasformare una realtà fatta di oppressione e sfruttamento, vuole disarmarci della memoria, proprio come furono disarmati i partigiani dopo il 25 Aprile, dalla restaurazione padronale, democristiana e dal tradimento antiproletario della direzione riformista del Pci togliattiano.

Allo stesso modo la lotta di liberazione del popolo palestinese si pone in continuità con la lotta partigiana di allora, tenendo testa ad un nemico razzista, genocida e spietato quanto lo erano i repubblichini e le SS nazifasciste. I partigiani palestinesi di oggi sono un esempio attuale della nostra Storia che continua, la Storia degli oppressi che osano ribellarsi agli oppressori.

Il sentiero dei partigiani di ieri e di oggi può essere percorso anche oggi, qui, contro lo sfruttamento capitalista sempre più selvaggio del “civile occidente”, contro la guerra imperialista, contro il razzismo sotto qualunque veste si presenti o si celi, contro il sionismo come equivalente contemporaneo di quella che fu allora la barbarie del nazifascismo.

FACCIAMO APPELLO A TUTTE LE REALTÀ DEL MOVIMENTO DI SOLIDARIETÀ AL POPOLO PALESTINESE E DI OPPOSIZIONE ALLA GUERRA IMPERIALISTA, A TUTTI/E GLI/LE AUTENTICI/CHE ANTIFASCISTI/E E ANTIRAZZISTI/E AFFINCHÈ SIANO PRESENTI IN PIAZZA CON NOI IL 25 APRILE PER RIAFFERMARE CHE NON C’È LIBERAZIONE SENZA LOTTA AL SIONISMO!

COSTRUIAMO UN PERCORSO NAZIONALE DI INIZIATIVE E MOBILITAZIONI ALL’INSEGNA DELL’ANTISIONISMO, DELL’ANTIMPERIALISMO E DELL’ANTIFASCISMO IN VISTA DEL 25 APRILE, ATTUALIZZIAMO LA RESISTENZA PARTIGIANA NELL’APPOGGIO A TUTTI I POPOLI CHE LOTTANO PER LA PROPRIA LIBERAZIONE DALL’OPPRESSIONE E DALLO SFRUTTAMENTO!

Fronte Palestina

Tamburi rossi 21 aprile-Collegamento col Fronte palestina di Torino

Tamburi Rossi 21 aprile-Collegamento con il Fronte Palestina di Milano